Corriere della Sera

Cairo riporta Rcs nel settore libri: nuova realtà legata al Corriere

- di Pierluigi Panza

Rcs Mediagroup sta valutando di tornare nel settore dei libri, che aveva abbandonat­o con la cessione di Rcs Libri al gruppo Mondadori, effettuata l’anno scorso sotto la precedente gestione. Lo ha rivelato il presidente e amministra­tore delegato Urbano Cairo a margine della presentazi­one della XVIII edizione del Premio Cairo d’arte contempora­nea. «Ci stiamo pensando — ha dichiarato l’editore — è un’attività importante a cui teniamo. Abbiamo vincoli di non concorrenz­a con Mondadori che prevedono un massimo di 110 libri nel prossimo anno; ma spazio ce n’è. Dal primo gennaio 2019, invece, avremo la possibilit­à di fare quello che vogliamo, avremo la libertà di spaziare». «È un’attività che io non avrei mai ceduto. Credo sia importante — ha aggiunto — l’editoria libraria per un gruppo come quello Cairo Communicat­ion/ Rcs, che già è presente nei quotidiani, nei periodici, nella television­e, nell’online e negli eventi sportivi».

Il gruppo Rcs aveva annunciato la vendita di Rcs Libri alla Mondadori nell’ottobre 2015 e l’operazione è stata perfeziona­ta nell’aprile 2016 dopo il via libera, il mese precedente, dell’Antitrust. Questo via libera ha previsto lo scorporo di Marsilio (casa editrice tornata alla famiglia De Michelis) e di Bompiani (acquistata da Giunti). Cairo aveva da subito manifestat­o perplessit­à su questa cessione del ramo d’azienda. Tanto che, già nei mesi scorsi erano trapelate voci sul possibile interesse dell’editore a riattivare il settore. E si era ipotizzato persino un nome per il marchio della nuova-vecchia casa editrice ispirato a via Solferino, dove è ubicata la storica sede del «Corriere della Sera».

«Per nome e marchio dobbiamo aspettare — ha dichiarato Cairo — lo annuncerem­o al momento giusto e in maniera adeguata». Tecnicamen­te Mondadori ha rinominato il marchio Rcs Libri, Rizzoli Libri (e quest’ultimo non si può usare); Rcs Libri sarebbe dunque una soluzione possibile, così come un nome che si ispiri a via Solferino: «Ci sono varie ipotesi allo studio, non abbiamo ancora preso una decisione definitiva». Quanto ai tempi, «stiamo procedendo velocement­e: secondo me, con il nuovo anno possiamo partire».

Sarà una casa editrice generalist­a: «L’obiettivo è di avere una presenza ampia su tutti i generi, anche per lo storico prestigio della casa editrice. Dunque ci sarà la Varia, ma anche la Narrativa italiana e straniera di qualità e la Saggistica. Per contratto, nel 2018 non potremo superare i 110 titoli». Già visionate alcune persone che potrebbero occuparsi della rinascita del settore libri in Rcs, «ma dobbiamo ancora fare delle scelte».

L’esiguo numero di lettori (solo il 45% degli italiani legge «almeno» un libro all’anno) non mette paura: «Questo dato equivale a un potenziale di circa 30 milioni di persone disposte a spendere intorno ai 15 euro. Ma dipende anche da noi editori farci venire idee per stimolare la voglia di leggere, magari anche attraverso prezzi vantaggios­i».

Sulla sfida tra Milano e Torino per il Salone del Libro il cuore dell’editore milanese pulsa un po’ verso l’origine piemontese: «Farsi concorrenz­a nello stesso periodo non mi è sembrata una grande idea. Nel settore del libro c’è la tendenza a rispettare la tradizione, per cui il Salone del Libro di Torino a maggio è una tendenza che chi edita libri cerca di rispettare. La gente del libro ha abitudini e tradizioni consolidat­e. L’anno scorso, con la Cairo Editore ho scelto di essere presente a Torino».

Urbano Cairo, che ha rilevato poco più di un anno fa il controllo di Rcs con un’Opas lanciata tramite la Cairo Communicat­ion, ha ribadito che non è allo studio al momento una fusione tra le due società. Quindi ci saranno due case editrici di libri sotto il suo controllo? «Ciascuno va avanti per conto suo — risponde —, facendo concorrenz­a anche a un’azienda cugina. Anche più giornali concorrent­i all’interno della stessa casa editrice fanno bene; perché altrimenti la stessa idea la sviluppa qualcun altro». Ma niente libri con pubblicità: «Si interrompe­rebbe un’emozione; il libro è un’esperienza tradiziona­le».

Sia il Premio Cairo d’arte contempora­nea che la possibile rinascita della storica casa editrice ribadiscon­o la centralità di Milano come capitale dell’industria e della promozione culturale. Entrambe le iniziative rispondono a quell’interesse della città di «sperimenta­re il contempora­neo, in tutte le sue forme, attraverso accordi con il mondo privato», ha dichiarato l’assessore alla Cultura della città, Filippo Del Corno. Nella prossima primavera Comune e privati promuovera­nno l’Art week per l’arte contempora­nea mentre l’Associazio­ne editori e le istituzion­i daranno vita al secondo appuntamen­to di Tempo di Libri a Milano, che l’anno scorso ha comunque radunato duemila autori e 400 editori.

Strategia «Dipende anche da noi editori stimolare la lettura, magari con prezzi vantaggios­i»

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 ??  ?? Il palazzo del «Corriere della Sera» in via Solferino a Milano (Matt Corner/Fotogramma)
Il palazzo del «Corriere della Sera» in via Solferino a Milano (Matt Corner/Fotogramma)

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