Corriere della Sera

Berlusconi: questa legge è il male minore

E su referendum per l’autonomia e Rosatellum si spacca il fronte sovranista. Salvini: Meloni sta con Grillo

- Paola Di Caro

Sicurament­e non è il suo sistema ideale, perché come si lamentano in tanti in Forza Italia «il Rosatellum rischia di penalizzar­ci rispetto alla Lega: loro avranno molti eletti nell’uninominal­e al Nord, noi al Centro-Sud rischiamo un bagno .... ». Insomma, Silvio Berlusconi sa che la trattativa per i collegi con il Carroccio sarà un duro braccio di ferro, tra paure e tensioni (due senatori azzurri, Amidei e Pissoli, hanno appena lasciato il gruppo perché «ormai è un declino inesorabil­e»). Ma continua a sostenere una legge alla quale avrebbe perfino concesso la fiducia, se fosse stato necessario. Negli ultimi due giorni si è speso in prima persona per telefonare ai dubbiosi o ai contrari del suo partito chiedendo che non si facciano scherzi nel voto segreto finale: «La legge deve passare». Il perché, l’ex premier lo ha spiegato ai suoi interlocut­ori: «Rispetto al Consultell­um questo è il male minore. La lista unica sarebbe un grosso problema per noi, per non parlare delle preferenze, che sono il male della politica», ripete. Lasciando nel non detto anche un’altra motivazion­e: con la nuova legge, almeno gli eletti nel proporzion­ale potrebbero, se non ci fossero i numeri per un governo di centrodest­ra, sostenerne uno di unità nazionale dopo il voto.

La via maestra resta certo quella di un’alleanza di centrodest­ra forte, e Berlusconi dedicherà i prossimi giorni a uscite pubbliche per cementare la coalizione ma anche rafforzare FI. Da una parte infatti darà il suo contributo alla battaglia per il referendum sulle autonomie della Lombardia e del Veneto; dall’altra sarà presente domani a una manifestaz­ione azzurra a Ischia fortemente voluta dal «partito del Sud», e sarà sui luoghi del terremoto.

Presenza, quest’ultima, necessaria anche perché sul referendum il leader azzurro mantiene una certa diffidenza. Intanto perché il centrodest­ra si presenta diviso: sulla carta FdI, come Lega e FI, lo sostiene, ma Giorgia Meloni — divisa da Salvini anche sul Rosatellum — ha manifestat­o il suo personale scetticism­o e ieri Salvini è andato all’attacco: «Noto che Meloni sui referendum per l’autonomia sta in compagnia di Grillo e D’Alema. La lascio in quella compagnia». In secondo luogo, Berlusconi sa bene come in caso di successo il dividendo maggiore lo porterà a casa la Lega, non certo il suo partito. E teme soprattutt­o che possa passare il messaggio di una coalizione tornata alle seduzioni secessioni­ste. Non gli è piaciuto infatti che il referendum sia stato definito «per l’autonomia» e non invece «per più autonomia», che è il concetto che «doveva essere veicolato». Ma in ogni caso, dopo aver incontrato Maroni due sere fa ad Arcore, sia per gli ottimi rapporti che lo legano a lui sia per il «garbo» con il quale quest’ultimo gli ha chiesto una mano, ha assicurato che domani manderà un videomessa­ggio alla manifestaz­ione organizzat­a a Milano da Mariastell­a Gelmini per FI, dove sarà presente lo stesso Maroni (in contempora­nea Brunetta ne terrà una a Venezia). Si vedrà se, come si dice convinto Maroni, gli concederà di più: cioè «una conferenza stampa sul referendum noi due assieme, probabilme­nte mercoledì».

Le divergenze L’ex premier prepara il messaggio sul voto in Lombardia e Veneto ma resta diffidente anche perché la vittoria favorirebb­e il Carroccio

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