Corriere della Sera

La «svolta» dell’Fmi: tasse in aumento per i ricchi

- Di Giuseppe Sarcina

Il Fondo monetario vede margini per aumentare le imposte sui redditi più alti. È una sorpresa, se non una svolta, rispetto alla tradizione liberista della casa: meno tasse per spingere la crescita. Victor Gaspar, direttore del dipartimen­to Affari fiscali dell’istituto, ha spiegato la nuova posizione ieri, presentand­o il rapporto Fiscal monitor: «Nei Paesi avanzati il prelievo sulle fasce più alte è diminuito del 40% dal 1981 al 2017. Ci sono spazi per incrementa­re le aliquote massime. Teniamo conto che negli Stati Ocse, in media, il 10% della popolazion­e possiede il 50% della ricchezza totale». Per il Fondo questa misura contribuir­ebbe dunque a ridurre le diseguagli­anze. L’idea appare in netta controtend­enza rispetto alla linea degli Stati Uniti, il maggiore contribuen­te del Fondo monetario internazio­nale. Donald Trump vuole tagliare anche le punte più alte del prelievo. Ma non basta. Gaspar apre, sia pure con cautela, anche al «reddito di base universale» da garantire ai cittadini più bisognosi: «Non siamo né a favore, né contro, ma valutiamo l’impatto significat­ivo che potrebbe avere sulla povertà». Secondo i calcoli degli economisti di Washington, il provvedime­nto sarebbe, però, «molto costoso»: un reddito minimo equivalent­e al 25% di quello medio richiedere­bbe una spesa pari al 6,5% del Pil. In Italia la proposta è nel programma del Movimento 5 Stelle.

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