Sda ai Cobas: «Carpiano riparta o faremo scelte diverse»
Volumi dell’attività in calo del 50% e la bellezza di 70 mila pacchi bloccati. A meno 20 chilometri da Milano a Carpiano, all’interno dell’impianto di logistica di Sda (una controllata di Poste Italiane) da oltre un mese si sussegue un duro picchettaggio da parte di una ventina di lavoratori. Il presidio per mano delle maestranze che prestano servizio di facchinaggio ha inchiodato l’operatività dell’hub, utilizzato da Sda per la lavorazione e lo smistamento nel Nord Italia di circa 400 mila pacchi al giorno. Da settimane è tutto fermo. I lavoratori iscritti alla sigla sindacale Si Cobas non fanno entrare nessuno e Sda nelle ultime ore sta valutando la chiusura tout court dell’impianto, che occupa 300 dipendenti indiretti e una ventina di impiegati diretti. Una scelta drastica, dopo settimane di richieste e appelli per ottenere la forza pubblica di fronte a un’occupazione illegittima e non autorizzata. In Prefettura a Milano le riunioni delle ultime ore puntano a trovare un’intesa negoziale. Quello che resta però è l’istantanea di un corto circuito che investe le relazioni industriali e il rispetto dell’ordine pubblico in questo Paese. Il blocco di Carpiano origina dalle difficoltà di Cpl, il consorzio che forniva i servizi di facchinaggio a Sda, prestando opera attraverso 300 lavoratori. Il contratto è scaduto, ma durante l’estate emerge che Cpl ha difficoltà economiche e che non è in regola con il Durc, il documento di regolarità contributiva. Senza quell’attestazione è illegale assegnare un contratto. Ragione che spinge Sda a individuare un nuovo fornitore, nel frattempo Cpl licenzia 43 lavoratori (35 iscritti alla sigla Sol Cobas e 8 a Si Cobas). La mossa innesca il picchettaggio dei due sindacati, che però avviano una furibonda guerra sotterranea tra loro. Si Cobas nasce infatti da una scissione da Sol Cobas. Proprio quest’ultima accetta il reintegro dei 43 addetti da parte del nuovo fornitore, il consorzio Ucsa, che vince la gara Sda, impegnandosi a garantire stipendi e tutele a tutti i 300 lavoratori del sito. Ma la condizione non basta a Si Cobas, che chiede il ritorno del consorzio Cpl e prosegue a oltranza la protesta, illegittima e non autorizzata. A farne le spese sono Sda che perde clienti e e 300 lavoratori che, comunque vada, perderanno un mese di stipendio.