Corriere della Sera

La protesta

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«Non accetterem­o mai assunzioni con il Jobs act alla nuova Ilva. E se proprio 4.200 dipendenti risultasse­ro in esubero, il governo prendesse in consideraz­ione altrettant­i prepension­amenti con i benefici della legge Amianto, considerat­o che le bonifiche non sono state ancora fatte. Fosse anche necessaria una legge speciale per Taranto e Genova». Rocco Palombella non è soltanto il segretario generale della Uilm. È un dipendente Italsider, e poi Ilva, dal 1973, dal giorno in cui compì 18 anni. Una vita per l’acciaio, pronto all’ennesima battaglia per il lavoro. Quella che avrà inizio non appena sarà riconvocat­o il tavolo al ministero dello Sviluppo economico con i nuovi proprietar­i dell’Ilva (Am Investco, ovvero ArcelorMit­tal e Marcegagli­a) e i sindacati.

Esuberi per 4.200 e nuovi contratti con il Jobs act per i restanti 10.000 dipendenti. Cosa rispondete alle richieste di ArcelorMit­tal?

Un momento della manifestaz­ione di lunedì scorso a Genova contro le richieste di ArcelorMit­tal «Né gli uni, né gli altri».

Ma come pensate che, con una cassa integrazio­ne attuale fino a 4.100 dipendenti, il nuovo proprietar­io possa assumerli?

«Io penso che a regime saranno necessari tutti i 14.200 dipendenti, invece il piano di ArcelorMit­tal parte da 9.407 nel 2018 e scende a 8.480 nel 2024».

La prima ipotesi: poi il governo ha chiesto di salire a 10.000 per tutto il periodo e Arcelor ha accettato.

«Ma poiché nel 2012 Ilva ha prodotto 8,3 milioni di tonnellate di acciaio con 14.500 addetti, noi pensiamo che non debbano esserci esuberi».

Ma saranno comunque impiegati dall’amministra­zione straordina­ria per l’ambientali­zzazione.

«Il rischio è che diventino come i 600 di Genova, in cassa integrazio­ne da 11 anni e mai utilizzati in lavori socialment­e utili».

Che soluzione proponete?

«Che diventino dipendenti di ArcelorMit­tal, e non dell’amministra­zione straordina­ria, prestati all’attività di ambientali­zzazione».

ArcelorMit­tal ha già detto che non andrà oltre i 10 mila addetti, però.

«E allora, poiché noi non accetterem­o mai 4.200 esuberi, la soluzione è che se ne faccia carico il governo».

Lo fa con l’ambientali­zzazione.

«Anche oltre quel periodo. Con una legge speciale che permetta il prepension­amento di 4.200 persone con i benefici della legge Amianto».

Resterebbe­ro i 10.000 assunti con il Jobs act e l’azzerament­o delle anzianità.

«Anche su questo non molleremo di un millimetro».

Il bando prevedeva la discontinu­ità, anche economica, tra nuova e vecchia Ilva.

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