I diciotto anni del premio che sceglie gli artisti del futuro
Il Premio Cairo diventa maggiorenne e il prossimo 23 ottobre, a Palazzo Reale di Milano, premierà il miglior artista italiano under 40. «È uno dei premi più importanti a livello italiano ed europeo — ha sottolineato alla presentazione il direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina —. Quest’anno, per i venti selezionati ci sarà la possibilità di vedere la propria opera a pochi metri da quelle di Caravaggio in mostra».
I finalisti sono stati selezionati dalla rivista «Arte» diretta da Michele Bonuomo. Sono: Dimitri Agnello, Meris Angioletti, Ludovico Bomben, Giuseppe Buffoli, Tiziano Doria, El Gato Chimney, Christian Fogarolli, Monica Mazzone, Matteo Negri, Maria Teresa Ortoleva, Ettore Pinelli, Michael Rotondi, Matteo Rubbi, Manuel Scano Larrazàbal, Caterina Erica Shanta, Pietro Spirito, Kristian Sturi, Patrick Tabarelli, Serena Vestrucci e Giulio Zanet. Ora, una giuria presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e composta da Gabriella Belli, direttore dei Musei civici di Venezia, Bruno Corà, presidente della Collezione Burri, Claudia Dwek, Chairman di Sotheby’s, Gianfranco Maraniello, direttore del Mart di Rovereto e Andrea Viliani, direttore del Madre di Napoli, sceglieranno il vincitore.
Dei 327 artisti che hanno partecipato alle edizioni del premio 41 sono poi andati alla Biennale di Venezia. Dopo 14 anni alla Permanente, la scelta di Palazzo Reale suggella «la validità del premio», afferma l’assessore alla Cultura di Milano, Filippo Del Corno. Il presidente Urbano Cairo fa un primo bilancio delle opere: «Sono affezionato a Luca Pignatelli perché è stato il primo premiato. Nella nostra Sala riunioni ho collocato Auto taxi di Chris Gilmour, vincitore nel 2006: certo se c’è qualcosa da sistemare deve venire sempre l’artista», ha ironizzato. «Mi piace anche il video dei Masbedo del 2010: quell’anno arrivò secondo Frangi, che ha realizzato lo sfondo della sala dove firmo i contratti con i calciatori del Torino. Anche la Suprema di Flavio Viale, vincitore 2014 è in ufficio da me e nessuno — conclude Cairo — immagina che sia in marmo» (sembrano cassette della frutta dismesse, ndr).