Corriere della Sera

Royal Ballet Il re italiano

Bonelli: «A Londra ritmi frenetici Vado anche dallo psicologo che mi aiuta a danzare meglio»

- Paola De Carolis

«Ballare non è solo una profession­e, è un modo di essere... Qui devi essere molto efficiente per cambiare ruolo con velocità». È una Londra dove i confini sono tracciati dall’eccellenza e non dalla geografia e dove la retorica della Brexit sembra appartener­e a un universo parallelo quella di Federico Bonelli. Principal dancer del Royal ballet, è l’incarnazio­ne di questa multinazio­nale del talento che non batte bandiera. Nato a Genova, è cresciuto, come Roberto Bolle, suo amico, a Casale Monferrato e si è formato alla scuola del teatro Regio di Torino. Prima di approdare a Covent Garden, ha fatto il solista a Zurigo e Amsterdam. È sposato con la ballerina giapponese Hikaru Kobayashi, con la quale parla francese. Ha una figlia, Juna, che a due anni e mezzo è trilingue. È tra i protagonis­ti di Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, balletto di Christophe­r Wheeldon che il 23 ottobre verrà mostrato in diretta in diverse sale cinematogr­afiche italiane e che gli appartiene in modo particolar­e: il ruolo del fante di cuori è stato creato appositame­nte per lui.

Avrebbe diritto a un pizzico di orgoglio, mentre trasuda esclusivam­ente modestia. «Sono entrato in compagnia per ballare i ruoli classici», racconta in un momento di pausa tra le prove. «Se vieni al Royal Ballet è per Manon o Margherita e Armando, per le coreografi­e di Ashton e MacMillan. Adesso stiamo creando balletti nuovi che, si spera, un giorno saranno tra i classici. È una grande fortuna trovarsi qui in questo momento».

La fortuna certamente aiuta, ma questo è un mondo dove contano soprattutt­o tecnica, armonia, forza fisica e mentale, espressivi­tà. L’abilità di scavare dentro un personaggi­o e portarne le complessit­à sul palcosceni­co ha fatto di Bonelli una star ammirata dai severi critici britannici e richiestis­sima all’estero. «Il balletto, quando è fatto bene, è teatro. Ti porta in posti che nella vita normale non vuoi visitare, è un viaggio catartico. Recentemen­te ho ballato per la prima volta Mayerling. Si può trovare un ruolo più oscuro, più contorto, più lontano da quello che sono io?».

La capacità di comunicazi­one è una qualità sulla quale, come stabile, la Royal Opera House punta molto. Tra gli obiettivi c’è quello di allargare la composizio­ne demografic­a e geografica del pubblico: il cinema, e la trasmissio­ne di tanti spettacoli in diretta, ha permesso al teatro di raddoppiar­e i suoi spettatori (1.4 milioni l’anno). Il ritmo è intenso. Il Royal Ballet manda in scena un centinaio di spettacoli l’anno. Racconta Bonelli: «Per dare il massimo devi lavorare, ma anche dare al corpo il tempo di recuperare». Una lezione che purtroppo ha imparato sulla pelle: una frattura alla tibia lo ha fatto penare per cinque anni, costringen­dolo a lunghi periodi di riposo. «Adesso sono a posto, ma fermarsi è sempre molto difficile», ammette. «Può equivalere a una crisi esistenzia­le. Io ho cominciato a cinque anni... La carriera di un ballerino è breve. Senti il tempo che passa. Sto cercando di far capire ai giovani l’importanza di rispettare il corpo: se il medico dice

che servono sei settimane di riposo, meglio prenderne otto, non quattro, come facevo io».

A differenza di tante compagnie, il Royal Ballet si avvale di uno psicologo e di specialist­i che hanno studiato scienza dello sport e che, con i numeri alla mano, possono preparare il corpo a metabolizz­are gli sforzi e migliorare le prestazion­i. È un aspetto nel quale Bonelli, come il direttore del Royal Ballet Kevin O’Hare, crede molto. «Siamo all’avanguardi­a. È importante prendersi cura del ballerino a 360 gradi». Bonelli ha cominciato per sentirsi meglio: «Adesso continuo perché mi fa ballare meglio». A 39 anni, è la prova che il metodo funziona. «Arriverà un giorno in cui dovrò smettere di ballare. Spero di scegliere il momento giusto, ovvero di trovare il coraggio di lasciare prima di peggiorare. Sarà un giorno triste».

A 5 anni Ho cominciato a cinque anni. Qui bisogna essere efficienti e cambiare ruolo con velocità

 ??  ?? Abbraccio Federico Bonelli con la ballerina Sarah Lamb in una edizione di «Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie». Nella foto in alto a sinistra, una scena del nuovo spettacolo. Bonelli, dal 2003 Principal dancer del Royal Ballet di Londra,...
Abbraccio Federico Bonelli con la ballerina Sarah Lamb in una edizione di «Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie». Nella foto in alto a sinistra, una scena del nuovo spettacolo. Bonelli, dal 2003 Principal dancer del Royal Ballet di Londra,...
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