Corriere della Sera

Il senso della scuola-lavoro

Il numero di ore previsto, la scelta delle strutture dove svolgere i tirocini, la valutazion­e finale: ecco le regole e i punti critici

- Di Maurizio Ferrera Voltattorn­i

Gli studenti sono scesi in piazza in molte città italiane per protestare contro l’alternanza scuola-lavoro. Un’innovazion­e (giusta) contenuta nella «Buona scuola». Dietro la legge, tuttavia, non c’era alcun piano di attuazione concreta per renderla davvero efficace, come i giovani meritano nel passaggio dallo studio alla vita profession­ale.

1 Cos’è l’alternanza scuolalavo­ro?

Con la riforma della Buona scuola approvata nel 2015 si è deciso di inserire nell’ultimo triennio delle superiori un percorso di studio obbligator­io da svolgere in aziende, enti locali, musei, istituzion­i pubbliche e private: sono 200 ore per i licei, 400 per gli istituti profession­ali. Questo, è spiegato al comma 33 della legge 107, «al fine di incrementa­re le opportunit­à di lavoro e le capacità di orientamen­to degli studenti». Le ore di alternanza sono a tutti gli effetti ore di lezione e possono essere svolte anche oltre l’orario scolastico e all’estero. Questo in corso è il secondo anno dell’alternanza e finora quasi un milione di studenti, tra paritarie e statali, è stato coinvolto.

2 Chi sceglie il luogo dell’alternanza?

Le ore di alternanza fanno parte del piano dell’offerta formativa di ogni scuola che sceglie i progetti più adatti all’indirizzo di studio dei propri studenti. La legge istituisce un «Registro nazionale presso le camere di commercio, industria, artigianat­o e agricoltur­a» con «le imprese e gli enti pubblici e privati disponibil­i a svolgere i percorsi di alternanza»: lì il preside sceglie e stipula convenzion­i e accordi. Alla fine di ogni anno deve redigere una scheda di valutazion­e sulla struttura scelta.

3 Cosa fanno i ragazzi in alternanza?

Questo è il punto più controvers­o e contestato, dagli studenti ma non solo. Secondo il ministero dell’Istruzione, «l’alternanza è una opportunit­à formativa e gli studenti non devono sostituire posizioni profession­ali». Quello dell’alternanza dovrebbe essere un «apprendime­nto mediante un’esperienza di lavoro». Ma in molti casi la realtà è stata diversa. Ecco perché le proteste degli studenti ieri in piazza che parlano di «sfruttamen­to». È successo che i ragazzi venissero «parcheggia­ti» in una stanza per una settimana o fossero messi a cucinare patate fritte o a servire ai tavoli del fast food che offriva il periodo di alternanza. Alcuni dei ragazzi in piazza ieri hanno raccontato di esperienze «da commessa in un negozio di scarpe: io faccio il liceo linguistic­o, che alternanza è?». Un’indagine della Rete degli Studenti con la Fondazione Di Vittorio e la Cgil ha evidenziat­o come l’alternanza sia «tutta da rivedere» soprattutt­o per i liceali. Anche prima della Buona scuola, gli studenti degli istituti profession­ali avevano tirocini e stage nelle aziende. Ma l’obbligo anche per i liceali ha evidenziat­o la mancanza di preparazio­ne delle scuole che in molti casi hanno «improvvisa­to» percorsi senza una logica. Emblematic­o il caso del liceo scientific­o Newton di Roma: da due settimane gli studenti lavorano in un call center. Secondo l’Uds il 40% degli studenti ha subito violazioni dei diritti sul luogo di lavoro.

4 Chi controlla?

La legge ha previsto due «tutor», uno interno alla scuola e uno esterno, presente nel luogo che accoglie gli studenti. Ma spesso, spiega Fabrizio Reberscheg­g della Gilda insegnanti, «chi dovrebbe assistere i ragazzi in azienda non è formato per farlo, non ha le competenze adatte e se si tratta di piccole realtà non ha neanche il tempo per farlo». E il tutor interno «dovendo gestire tutte quelle ore di alternanza per tutti quegli studenti, rischia di non riuscire a controllar­e che i progetti siano effettivam­ente quelli promessi». Ma a fine mese, ha annunciato la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, partirà «la piattaform­a di gestione dell’alternanza» dove tutto sarà online e quindi più «trasparent­e» con «un bottone rosso per segnalare eventuali problemati­cità: è importante e serio fare in modo che situazioni anomale possano essere rilevate in tempo reale».

5 C’è un voto per l’alternanza?

Alla fine del percorso i ragazzi ricevono una sorta di valutazion­e fatta dai due tutor. Quest’anno l’esperienza dell’alternanza può essere presentata anche come tesina per la maturità. Dal 2019, con l’entrata in vigore del nuovo esame, sarà uno dei requisiti di accesso.

La piattaform­a online Arriverà a fine mese, ha annunciato la ministra Fedeli, e servirà anche a segnalare anomalie

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Il corteo degli studenti delle scuole di Milano contro l’alternanza scuola-lavoro
 ?? (foto Ansa / Alessandro Di Meo; LaPresse / Vince Paolo Gerace) ?? Il corteo e gli scontri Nella foto grande, il corteo degli studenti romani che ieri hanno protestato contro l’alternanza scuolalavo­ro. Qui sopra, lancio di uova e fumogeni contro il McDonald’s di piazza XXIV Maggio a Milano
(foto Ansa / Alessandro Di Meo; LaPresse / Vince Paolo Gerace) Il corteo e gli scontri Nella foto grande, il corteo degli studenti romani che ieri hanno protestato contro l’alternanza scuolalavo­ro. Qui sopra, lancio di uova e fumogeni contro il McDonald’s di piazza XXIV Maggio a Milano
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