Sequestrato in Nigeria un prete italiano
Paura per don Maurizio Pallù, 63 anni. Il Vaticano: il Papa in preghiera per lui
Don Maurizio Pallù, 63 anni, sacerdote della diocesi di Roma, è stato sequestrato nel sud della Nigeria. Non chiara la matrice del rapimento: terrorismo o criminalità comune. Il Vaticano: «Speriamo venga liberato presto».
Quindici giorni fa, a Porta San Giorgio (Fermo), dove i neocatecumenali hanno il loro seminario più prestigioso, don Maurizio Pallù scambiava opinioni con i suoi confratelli sul modo più efficace di lavorare in una terra complicata come la Nigeria. Ieri la notizia: il missionario è stato sequestrato mentre si trovava con altre quattro persone nei pressi di Benin City.
Il gruppo sarebbe stato rapinato e in seguito i banditi avrebbero prelevato il sacerdote: simulazione o improvvisazione? È ancora presto per dirlo, almeno secondo investigatori e intelligence che non escludono un’altra ipotesi. Chi tiene segregato padre Pallù potrebbe essere tentato dal cederlo alle milizie di Boko Haram, l’organizzazione jihadista diffusa nel Nord del Paese e già responsabile (era il 2014) del rapimento di centinaia di ragazze a Chibok in Borno.
Sessantatrè anni, colto, appassionato, il missionario ha svolto la sua attività anche in Olanda e sa muoversi fra la borghesia d’Europa come fra i contadini africani. Durante la pausa a Fermo, raccontano i suoi colleghi e amici, ha avuto modo di riflettere sul proprio lavoro. Chi, come lui, opera in quelle zone conosce bene i rischi ma proprio il radicamento nella comunità evangelica locale potrebbe aver favorito qualche imprudenza.
Toscano d’origine, laureato in storia, buon conversatore, il sacerdote ha sempre convinto tutti delle sue capacità di adattamento: «È un uomo seriamente dedicato alla missione di evangelizzazione e lo ha dimostrato lavorando in mezzo alla gente con passione e capacità di comunicare» spiega don Ezechiele Pasotti, suo amico oltre che collaboratore di Kiko Arguello il fondatore del movimento neocatecumenale che con la sua rivalutazione del ruolo della famiglia lo ha convinto.
«Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, spera e prega che questo suo figlio possa tornare presto in libertà» ha dichiarato il portavoce del vicariato di Roma, don Walter Insero. Mentre con tweet il portavoce vaticano Greg Burke scrive: «Papa Francesco è stato informato e sta pregando per don Maurizio».
Entrato nel seminario «Redemptoris Mater» di Roma alla fine degli anni Ottanta, don Pallù era stato ordinato presbitero nel 1991 e, dopo due anni come cappellano in due parrocchie romane, è stato inviato missionario in Olanda. In seguito, a conclusione del suo percorso, è divenuto parroco a Heerhurgowaart, nella Diocesi di Haarlem.
A Tv 2000, l’arcivescovo di Abuja John Olorunfemi Onaiyekan, ha detto: «Non abbiamo buone notizie ma abbiamo fiducia che a breve don Maurizio venga liberato. Tra poco i rapitori dovranno rilasciarlo perché non è facile portare in giro un italiano nel bosco senza essere visti». Sulla vicenda indaga la Procura di Roma. Il pm Sergio Colaiocco procede per sequestro di persona a fini terroristici.
Boko Haram Chi tiene segregato padre Pallù potrebbe cederlo alle milizie di Boko Haram