Spunta un baco nel Rosatellum Poi il refuso viene corretto
«C’è un errore nell’articolo 1 del Rosatellum per cui la legge deve essere modificata al Senato e quindi rinviata alla Camera», ha denunciato il deputato bersaniano Alfredo D’Attorre. Ma dopo un pomeriggio speso per il «drafting» curato dagli uffici della Camera, il testo è stato regolarmente vistato e inviato a Palazzo Madama dove martedì inizierà il suo iter in Commissione in attesa che la capigruppo (sempre martedì) fissi l’approdo in Aula previsto per il 24 ottobre.
La segnalazione del possibile «baco» nel testo del Rosatellum riguardava la coerenza del meccanismo di assegnazione dei seggi: in buona sostanza il parlamentare di Mpd, che si è studiato riga dopo riga tutta la legge, ha individuato al capoverso 28, tra i commi 6 e 7, una «incongruenza che riguarda due modalità tra loro contraddittorie per attribuire i seggi a una lista che abbia esaurito i candidati in un collegio plurinominale, eventualità non impossibile data la minore ampiezza delle liste rispetto al numero degli eligendi e l’elevato numero delle pluricandidature». Tradotto dallo stretto linguaggio tecnicista, il «baco» individuato da D’Attorre riguardava un partito che al proporzionale fa eleggere più deputati di quelli che ha
schierato nel listino bloccato. Se questa eventualità remota si verifica, la legge prevede che le «riserve» cui assegnare i seggi disponibili vadano individuate in sequenza: 1) prima nel collegio plurinominale originario tra i candidati delle altre liste alleate in coalizione; 2) poi nelle altre circoscrizioni tra i candidati della lista nei collegi uninominali non proclamati (cioè i migliori perdenti dello stesso partito); 3) infine nelle altre circoscrizioni tra i candidati delle altre liste alleate in coalizione.
Dunque, nel costruire questa scaletta di subordinate, nel testo sono sfuggiti un paio di errori materiali. Ogni comma rimanda al precedente ma al comma 7 il «rimando» portava il numero 5 invece del 6. Così il refuso, insieme a molti altri, sono stati corretti nel pomeriggio dagli uffici della Camera in sede di «coordinamento formale» regolarmente autorizzato dall’Aula giovedì sera su richiesta esplicita, come da regolamento, fatta dalla presidente Laura Boldrini. Il giallo del «baco», dunque, è stato archiviato con la correzione di un refuso. Un 5 che è tornato ad essere un 6.