Amazon caccia un boss per molestie sessuali Altre accuse a Weinstein
Oliver Stone prima lo difende, poi fa marcia indietro
Tra i primi effetti dello scandalo Weinstein, c’è l’imponente effetto domino che sta facendo tremare più di una persona oltre al produttore amante di massaggi, bagni caldi e molto altro, specie con ventenni, non importa se non consenzienti. Ora dopo ora, le accuse si moltiplicano così come le testimonianze. E la sensibilità su un tema che sta monopolizzando il dibattito — non solo americano — è altissima. Ieri Roy Prince, capo degli Amazon Studios, è stato sospeso dopo le accuse di molestie da parte di una produttrice, Isa Hackett. Lei, figlia dello scrittore Philip K.Dick, ha fatto sapere che Prince le ha rivolto in passato delle «proposte» usando un linguaggio «crudo» e «suggestivo».
Parole che si sono aggiunte a quelle di Rose McGowan, che ha svelato di aver raccontato al dirigente dell’aggressione sessuale subita — caso vuole — proprio da Weinstein (ieri l’attrice ha parlato più esplicitamente di stupro), ma che lui l’avrebbe ignorata.
«Roy Price — ha fatto sapere Amazon — è stato sospeso con decorrenza immediata. Stiamo esaminando le nostre opzioni per i progetti che abbiamo avuto queste orribili esperienze. Parlando hanno dimostrato grande coraggio. È un abuso di potere inaccettabile».
Il caso è diventato — per varie ragioni — anche politico. Hillary Clinton — che aveva ricevuto donazioni dal produttore — ha allargato il campo da Los Angeles a Washington: «È importante non concentrarsi solo su di lui, si riconosca che questo comportamento non può essere tollerato da nessuna parte... Nello Studio Ovale c’è qualcuno che ha ammesso di essere un aggressore sessuale».