Nella villa dell’ex re della farina cinese il regno di Miuccia
A Shanghai dopo sei anni di lavori, Prada apre con una sfilata la nuova sede
La nostra ricerca ci ha spinto oltre i confini di negozi e showroom, provocato interazioni tra mondi in apparenza lontani e differenti I restauri sono stati realizzati da artigiani italiani e maestranze cinesi: da metà ottobre la villa aperta al pubblico per un mese
S hanghai 1918, già una metropoli internazionale, la città cinese più aperta al mondo. Yung Tsoong-king, industriale venuto dal nulla e diventato il Re della farina in un grande Paese che ha sempre avuto come primo obiettivo sfamare la popolazione, cercava una residenza per la sua numerosa famiglia. La trovò in una villa di tre piani nel distretto di Jing’an, il cuore della città. Il primo proprietario era stato un tedesco e lo stile della palazzina è occidentale, come quello del giardino. Yung Tsoongking (che ora si trascrive Rong Zongjing) oltre che di farina si occupava anche di cotone: al culmine del successo nel 1936 possedeva 21 stabilimenti, tra quelli per la macina del grano e quelli per la filatura. La sua villa al numero 186 della Shaan Xi Bei lu (la via Shaan Xi Nord) era splendida, fu teatro di incontri mondani e colloqui politici. La storia, anche drammatica, è passata sulla cupola rossa e attraverso il colonnato della facciata. Rong Zongjing lasciò Shanghai nel gennaio 1938, mentre i giapponesi stavano invadendo la Cina. Si racconta che la notte della partenza volle fare un ultimo giro tra le stanze e le sale della villa, assieme alla famiglia; poi in carrozza raggiunse il Bund di Shanghai e si imbarcò su una nave che discese il fiume Huangpu. Non rivide più la sua amata Rong Zhai, la villa di via Shaan Xi: morì un mese dopo a Hong Kong, all’età di 66 anni.
Guerra, Rivoluzione Culturale maoista, poi il boom economico della Cina a partire dagli Anni 90 hanno stravolto il tessuto urbano di molte città della Repubblica popolare. Shanghai da qualche anno ha cominciato a preservare il suo patrimonio architettonico, dai palazzi sul lungofiume del Bund alle case basse nel quartiere della vecchia concessione francese; la municipalità ha onorato Rong Zhai con una targa intitolata all’antico proprietario, perché il Re della farina era stato anche un benefattore e mecenate, ispirato da una visione del mondo confuciana. Ma per fermare la decadenza della villa serviva un intervento radicale. E qui, per chiudere il cerchio della storia, sono intervenuti Miuccia Prada e Patrizio Bertelli. Con un progetto di recupero della palazzina avviato nel 2011 e appena terminato. A Shanghai, portati da Prada, sono venuti architetti e artigiani italiani che hanno restaurato le sale usando spesso le stesse tecniche di costruzione e i materiali di inizio Novecento. L’architetto Roberto Baciocchi di Arezzo ha fatto un miracolo con stucchi, vetri piombati, boiserie e piastrelle decorative.
Dopo sei anni di lavori Rong Zhai riapre come quartier generale e spazio contemporaneo dedicato alle attività anche culturali della casa italiana. «La curiosità nei confronti del mondo, della società e della cultura sono il fulcro della creatività e della modernità dell’azienda — spiegano Miuccia Prada e Patrizio Bertelli —. La ricerca ha spinto Prada oltre i confini delle boutique e degli showroom, ha provocato un’interazione con mondi diversi e apparentemente lontani, e introdotto un nuovo modo di fare moda, una quasi “non moda”».
I nuovi inquilini italiani di Rong Zhai arrivano come fossero abitanti del quartiere, desiderosi di socializzare con i vicini: dopo l’inaugurazione di questa settimana, con una sfilata di moda e una mostra, la villa sarà aperta per un mese solo per gli abitanti del quartiere. Poi diventerà il centro delle attività di Prada e della sua Fondazione in Cina. E a ben vedere, anche la sfilata di moda con la collezione Prada Resort 2018 che inaugura il nuovo spazio si riallaccia al passato splendore della villa: negli Anni 30 nel recinto della residenza il milionario cinese fece installare un palcoscenico per rappresentazioni dell’opera di Pechino.
Veder rinascere la villa di famiglia ha emozionato gli eredi dell’antico proprietario. Ha detto Yung junior: «Dopo quasi cent’anni la magnifica residenza della nostra famiglia era diventata un edificio obsoleto. Questo rinnovo ha riportato la vivacità di un tempo e ora Rong Zhai accoglierà élite e celebrità provenienti da ogni parte del mondo. Credo che, se fosse ancora vivo, Yung Tsoong-king sarebbe felicissimo». Ai tempi di Rong il Re della farina, il cibo era al centro dell’economia di sopravvivenza di centinaia di milioni di persone. Oggi i cinesi si nutrono anche di moda, aspirazioni e cultura.