I piccoli hotel sul lago con il genio del territorio I proprietari
Casa Fantini, il Sereno, l’Albereta: così tra Orta, Como e Iseo il design contemporaneo incontra le eccellenze locali
I padroni di casa sono anche ambasciatori di bellezza. «Cerchiamo di far vivere esperienze»
A cque argentee, una natura spontanea da clima mite. Piccoli borghi dai colori mai gridati, dove il tempo sembra scorrere con il ritmo lento di epoche dimenticate. È l’atmosfera del lago, tornata in auge grazie a piccoli hotel che uniscono, per chi vi soggiorna, la percezione di stare a casa ma sentendosi calati totalmente nel luogo. Il genius loci, che fino a oggi significava inserire nel progetto ispirazioni dal territorio, oggi «esce» dalle stanze: l’hotel diventa il manifesto di un legame vero con le persone e la cultura locali, dagli artigiani alle botteghe di piccoli produttori. Gli ambienti sono solo il preludio, l’«esperienza» si completa fuori e la scoperta avviene (spesso) grazie ai proprietari di albergo, nati qui e, come tali, voce narrante di storie che hanno vissuto in prima persona. Padroni di casa sì, ma anche ambasciatori della grande bellezza del lago.
«Quasi due secoli fa si chiamava albergo del Pesce d’Oro, rilevato poi a inizio ‘900 da un tale Giulio Rizzi che lo riaprì come albergo Santa Lucia. Mio nonno mi raccontava che, tra le due guerre, l’hotel era diventato meta privilegiata della buona società. Poi Rizzi, all’improvviso sparì, l’albergo fu chiuso e la sorella lo adibì ad abitazione con affittacamere. Suo marito era il custode della nostra azienda, che è poco lontana, la mia abitazione è adiacente, per cui un paio di anni fa mi venne l’idea di acquistare casa e terreno per trasformarli un piccolo hotel. Prolungamento di casa mia». Così Daniela Fantini (proprietaria del marchio omonimo di rubinetteria) rievoca la genesi di Casa Fantini-lake time, 11 camere e un giardino con vista, appena inaugurate a Pella sul lago d’Orta, nate dall’unione tra l’ex albergo Santa Lucia e un edificio contemporaneo progettato da Piero Lissoni.
La pietra tipica locale, oggetti-citazione (dai libri e stampe antiche sul tema del lago alle testate dei letti ricavate da vecchie porte di case della zona), dolci e pane di piccoli produttori della sponda sinistra: «Siamo la riva meno fortunata perché il sole tramonta presto, ma abbiamo artigiani eccelsi, una vista unica e la natura più selvaggia», dice Daniela indicando l’isola di S. Giulio e il giardino che riproduce, in piccolo, la flora spontanea locale. Parte da qui la scoperta del territorio: «Per esempio percorrendo il sentiero che porta a Egro, tra i boschi e i panorami del lago, si può visitare una casa ottocentesca (quella dei miei nonni) rimasta come allora. Oppure entrare in alcune dimore nobi-
li private sull’isola di San Giulio, aperte solo per noi». Sentendosi, per un giorno, abitanti lacustri veri.
L’acqua che diventa esperienza. Per Patricia Urquiola è questo il fulcro del suo progetto per l’hotel Il Sereno, a picco sul lago di Como, nel paesino di Torno. «L’edificio si erge sull’antica darsena, arretrato in modo da lasciare a ciascuna stanza un terrazzo sull’acqua», spiega Urquiola, che ha utilizzato invece la darsena più piccola come affaccio esterno per la Spa (appena aperta). «Un luogo naturale: c’è la pietra e sedute nei toni del verde delicato, colore che ricorre dentro per evocare il paesaggio d’acqua e ritorna anche nello stucco e nei rivestimenti». Per una simbiosi con il lago completa, l’esperienza si estende a una barca nata a quattro mani con
un cantiere locale: «Rivisitando un vecchio modello anni 30, e scegliendo assieme legni, proporzioni e interni comodi». Ovvero quello che serve per vivere il lago in lentezza.
Natura avvolgente, alberi (veri) che entrano in una stanza. È stata l’ispirazione delle sorelle Carmen e Valentina Moretti per la villa-hotel (di famiglia) L’Albereta, in Franciacorta a pochi minuti dal lago d’Iseo, dove l’antica residenza del custode è diventata oggi la Casa del Bosco, tre camere e una suite arredate con mobili in legno naturale della bottega Rivadossi. Tra cui un letto a baldacchino fatto con alberi veri: «Sono i «nostri» ligustri, che gli artigiani scortecciano, levigano e poi trattano per rimanere lisci e chiari nel tempo», spiega Valentina, autrice del progetto con il suo studio di architettura Amoama. «Siamo legatissime, anche in famiglia, a questo legno dall’identità forte. Gli alberi e la natura sono il cuore del luogo. E ora anche di questa stanza», dice Carmen, ad della divisione alberghiera di famiglia, osservando i tronchi-montanti con i rami contorti che arrivano fino al soffitto. Alberi e piante rigogliosi, i vitigni, gli artigiani: basta prendersi del tempo e lasciarsi andare alle esperienze. Con il lago sempre all’orizzonte.