Corriere della Sera

Com’è difficile vivere il BDSM nei rapporti di coppia (e nella comunità)

- Di Greta Sclaunich

i spiego io cos’è il BDSM». Così mi ha scritto Karl, qualche settimana fa: aveva letto sulla rubrica la storia di Stephen e non era d’accordo con il suo modo di vivere e concepire bondage, dominazion­e, sadismo e masochismo. Karl ha 42 anni e l’interesse per questo mondo lo prova da quando, ragazzino, si è scoperto attratto da film nei quali si vedevano donne legate. A 28 anni, grazie a internet, ha avuto l’occasione di passare dalle fantasie alla realtà iniziando a frequentar­e le comunità (prima virtuali e poi reali) di BDSM, in Italia e all’estero. Cosa ne conclude, una decina di anni dopo? Una relativa insoddisfa­zione, ed è per questo che ho deciso di pubblicare la sua storia (che trovate oggi sulla rubrica #sessoeamor­e su http://27esimaora.corrier e.it/sessoeamor­e/). Da un lato, c’è la difficoltà di vivere questo suo modo di essere in coppia o comunque nelle relazioni della vita di tutti i giorni (tanto che ammette di non essere «mai riuscito a far rientrare le mie pulsioni all’interno di una relazione di coppia d’amore»). Dall’altro, la difficoltà di stringere legami sinceri e reali anche all’interno della comunità BDSM: «La conviviali­tà – scrive infatti è solo di facciata. Poi, quando si vuole andare a fondo e conoscere le persone, pochi hanno davvero il coraggio di esporsi». Della sua testimonia­nza mi ha colpito soprattutt­o questo: quanto sia difficile essere se stessi anche all’interno di una comunità che, almeno in teoria, dovrebbe consentire di esprimersi per come si è. Ma anche quanto sia complicato e a volte impossibil­e (almeno nel suo caso) essere davvero sinceri con il o i partner nell’ambito sessuale, mostrando cosa c’è dietro la maschera di desideri più tradiziona­li e convenzion­ali.

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