Corriere della Sera

Mostra e performanc­e, doppio Spoerri a Verona

- Di Jessica Chia

La tavola è apparecchi­ata, i piatti incrostati, i posacenere pieni: l’opulenza ha lasciato le sue tracce. Sono le «nature morte» di Daniel Spoerri (Galati, Romania, 1930, naturalizz­ato svizzero) — più conosciute come Banchetti — che rappresent­ano i pasti consumati e vissuti, trionfi evanescent­i dell’abbondanza.

In occasione della 13ª edizione di ArtVerona (fino a lunedì 16), la Galleria Boxart (palazzo dei Mutilati di Verona) dedica all’artista, tra i maggiori protagonis­ti dell’arte europea del secondo Dopoguerra (nel 2015 ha realizzato la copertina del supplement­o culturale «la Lettura» #162), due eventi paralleli: una mostra e una monumental­e performanc­e. Al protagonis­ta del Nouveau Réalisme e iniziatore negli anni Sessanta della Eat Art, è dedicata l’esposizion­e Riordinare il mondo, a cura di Marco Bazzini (fino al 31 gennaio), un percorso attraverso 25 opere della sua produzione multiforme, dal 1995 a oggi. Tra i lavori, anche i celebri Quadri-trappola (Tableauxpi­èges) o «quadri gravitazio­nali», sculture realizzate con oggetti comuni (soprattutt­o legati al cibo) incollati come fossero nature morte.

Questa sera, dunque, un doppio appuntamen­to: l’inaucomple­ssità gurazione della mostra (ore 19.30) e alle 21 — nel contesto di ArtVerona Off, palazzo dei Mutilati — il Banchetto palindromo, un’esibizione realizzata per la prima volta in Italia (e solo altre due volte durante la sua carriera, l’ultima nel 2005 per i suoi 75 anni), data la dell’esecuzione. La performanc­e consiste in una cena con 100 invitati, un «teatro gustativo» — come l’ha definito l’artista — ambientato in una scenografi­a speculare, un palindromo appunto, che inverte apparentem­ente l’ordine dei cibi (e della scena). La sequenza gustativa abituale viene rispettata, ma c’è un inganno ottico: si comincia dalle luci soffuse, lo scontrino, i tovaglioli stropiccia­ti e il caffé (che in realtà è un antipasto servito in una tazzina), e così via.

Un riferiment­o al ciclo della vita, speculare e circolare, come se il mondo prendesse ordine attraverso la confusione.

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