Il cielo di Ophelia, l’uragano in Europa
Almeno 45 morti tra Portogallo, Spagna e Irlanda: questo il tragico bilancio degli incendi nel Sud d’Europa e per l’uragano Ophelia nelle isole britanniche. A Dublino sospesi trasporti pubblici e treni. A Londra il cielo era color ruggine: «Sembra l’Apocalisse».
Quattro nazioni colpite. Un bilancio provvisorio di 45 morti: 38 persone in Portogallo e 4 in Spagna, per gli incendi dolosi che si sono propagati spinti dal vento, tre in Irlanda colpite dagli alberi caduti. Ophelia, l’uragano di categoria 3 declassato a tempesta tropicale, nata in mezzo all’Atlantico ha percorso una traiettoria anomala e si è abbattuta sulle coste europee occidentali.
In Irlanda i più anziani si ricordavano ancora dell’uragano Debbie del settembre 1961, ora i più giovani racconteranno ai loro nipoti di Ophelia e dei suoi venti che hanno soffiato a 155 all’ora sullo scoglio del Fastnet, luogo mitico per i velisti di altura, abituato alle tempeste ma raramente investito da una furia simile. «Rimanete in casa e uscite solo se è strettamente necessario fino a che la tempesta non sarà passata», ha avvertito il primo ministro irlandese Leo Varadkar, che ha posto l’esercito in stato di allerta.
Nella Repubblica d’Irlanda si contano tre vittime: una donna di 50 anni intrappolata nel villaggio di Aglish in un’auto colpita da un albero divelto dalle raffiche, un 30enne di Cahir che con una motosega cercava di tagliare un tronco spezzato, un altro uomo travolto da un albero a Dundalk non lontano dal confine con l’Irlanda del Nord.
A Dublino si sono fermati i trasporti pubblici e i treni, chiusi i negozi. Le raffiche hanno fatto cadere le linee elettriche provocando estesi black-out (oltre 360 mila irlandesi sono al buio e il 5-10% di loro rischiano di restare senza corrente «per molti giorni», ha fatto sapere l’operatore Esb Networks), le scuole sono state chiuse per precauzione per due giorni, 135 voli sono stati cancellati. Lo scalo di Belfast è stato chiuso in serata.
In Inghilterra, all’aeroporto di Manchester sono stati annullati una ventina di voli, nel Galles 200 abitazioni sono rimaste al buio. A Londra il cielo si è colorato di ocra e rosso a causa della sabbia sahariana sollevata dai venti associati a Ophelia nel suo passaggio presso le coste africane e per le ceneri degli incendi in Spagna e in Portogallo.
Questi ultimi due Paesi sono quelli che hanno pagato il prezzo maggiore anche se non sono stati colpiti direttamente dalla tempesta. La strage è stata innescata dai piromani che hanno approfittato dei venti per appiccare incendi. Dopo i lunghi mesi della siccità estiva le fiamme sono divampate rapidamente nella vegetazione secca. Il premier spagnolo Mariano Rajoy, che si è recato in Galizia, la regione più colpita, ha detto che si tratta di disastro «provocato da mano umana», e ha dato istruzioni alla polizia di dare priorità alla caccia ai piromani.
In Portogallo le vittime degli incendi sono 38, tra le quali anche un bimbo di un mese. I
Siate prudenti, l’ultima volta che c’è stato un fenomeno del genere in Irlanda abbiamo avuto undici vittime Leo Varadkar Primo ministro irlandese In Portogallo Tra le vittime dei roghi anche un bimbo di un mese. Impegnati 3.600 pompieri
feriti sono 63, di cui sedici gravi. Ma il bilancio potrebbe essere più pesante perché i dispersi sono almeno sette. Il centro del Portogallo era già stato colpito a giugno da devastanti incendi che avevano causato 64 morti e oltre 250 feriti. In serata erano ancora attivi una cinquantina di roghi che vedevano impegnati 3.600 pompieri. Il primo ministro Antonio Costa ha decretato lo stato di «catastrofe pubblica» e tre giorni di lutto nazionale. Intanto si scruta il cielo: oggi dovrebbe arrivare la pioggia.