Austria, cercasi coalizione. I veti del presidente
Il capo di Stato Van der Bellen contrario a un ministro degli Esteri nazionalista. Il cancelliere in pectore: vince l’Europa
DAL NOSTRO INVIATO
Sebastian Kurz prova a rassicurare l’Europa. Di fronte alle guardinghe esternazioni di molti leader dell’Unione, prima fra tutte quella di Angela Merkel, il futuro cancelliere dell’Austria definisce il risultato viennese «prima di tutto una chiara vittoria per l’Unione europea e per la Övp in quanto forza europeista».
Parole quasi dovute, di fronte alla sempre più concreta prospettiva che sia l’alleanza con l’estrema destra euroscettica di Heinz-Christian Strache il più probabile sbocco della partita politica apertasi a Vienna. Stessi programmi, stessi accenti, stesse ossessioni su immigrati, rifugiati, sicurezza.
Ma non sarà un percorso semplice né necessariamente veloce, nonostante Kurz faccia della rapidità di manovra una delle sue cifre. L’incarico del presidente Van der Bellen arriverà entro fine settimana. In apparenza tutti dicono voler parlare con tutti. Ad alimentare un filo di suspense è anche l’assenza dei risultati definitivi che arriveranno oggi con il conteggio dei voti per posta: potrebbero ancora mettere in discussione il secondo posto della Spö, con la Fpö di Strache, oggi terza con il 26%, che spera in un sorpasso sulla dirittura d’arrivo. Non cambierebbe molto nel quadro 31,7% Övp
26,9% Spö Con diploma di maturità 28 Senza diploma di maturità 26 Sotto i 30 anni 22 Tra i 30 e i 50 anni 23 Sopra i 50 anni
Pensionati 32 35 30 30 12 9 34 7 33 4 3 30 5 11 10 8 5,1% Neos 8 2 22 42 31 5 51 4 2033 generale, ma probabilmente darebbe all’estrema destra un po’ più di forza nella trattativa.
Kurz non vuole ancora pronunciarsi sulle sue preferenze: «Non siamo ancora in trattative per formare il governo», ha detto ieri. Ma si parla già della possibile divisione dei ministeri in un eventuale gabinetto con Strache. Ci sarebbe un veto del presidente Van der Bellen ad avere agli Esteri un nazional-liberale, non in linea con il consenso europeista del Paese. È la carica cui ambiva Norbert Hofer, il candidato alla presidenza della Repubblica sconfitto in dicembre da Van der Bellen. Hofer potrebbe accontentarsi con la presidenza del Parlamento, seconda carica dello Stato. Alla Fpö potrebbero poi andare gli Interni, la Sanità, le Infrastrutture.
L’ipotesi di Grosse Koalition resta sullo sfondo, ma più come chip negoziale. Ieri il cancelliere Kern, dopo un incontro con i vertici del Partito e dei gruppi parlamentari Spö, ha detto che «tutte le porte restano aperte». Il dibattito interno ai socialdemocratici è reale, quasi lacerante. C’è una corrente governativa che vorrebbe a ogni costo continuare la collaborazione con la Övp anche nella condizione di junior partner. Ma troppo è il veleno versato tra i due principali partiti in campagna elettorale.