La gamba del paziente appesa a una tanica
Napoli, le immagini della «trazione» all’ospedale Cardarelli. La direzione: «Indagheremo per capire cos’è successo»
Una tanica piena presumibilmente d’acqua utilizzata per tenere in trazione la gamba di un paziente ricoverato nel reparto di Ortopedia dell’ospedale Cardarelli di Napoli. La foto che pubblichiamo accanto è stata scattata sabato scorso durante l’orario di visite di metà giornata da un aderente all’associazione civica salernitana «Figli delle chiancarelle» che l’ha poi diffusa.
Su quale sia il motivo che ha spinto gli operatori sanitari a utilizzare una tanica anziché i pesi previsti per questo genere di trazioni non c’è ancora una spiegazione ufficiale. Il primario del reparto, il dottor Gaetano Romano, preferisce non rilasciare dichiarazioni e rimanda a quanto spiegherà la direzione generale dell’ospedale. Che dal canto suo non smentisce l’episodio e rende noto di aver avviato una inchiesta interna. «Faremo i dovuti accertamenti e capiremo perché si è agito così», fa sapere il responsabile Ciro Verdoliva.
Nell’attesa di un chiarimento si può ipotizzare che il ricorso alla tanica sia dovuto all’indisponibilità dei pesi, oppure che chi ha preso la decisione ha ritenuto che dosando la quantità d’acqua si potesse ottenere una precisione al grammo in altro modo impossibile. In ogni caso va detto che comunque l’originale strumento di trazione non dovrebbe aver arrecato danni al paziente.
Probabilmente, invece, diffondendo la foto, l’associazione civica salernitana ha voluto compiere un altro passo della sua battaglia — condita di ironia — contro Vincenzo De Luca che va avanti da circa sei anni, e precisamente dal 26 novembre del 2011. Da quando, cioè, l’allora sindaco di Salerno, oggi presidente della Regione Campania, lanciò il nuovo logo della sua città e definì «figli delle chiancarelle» quelli che lo criticavano per essersi rivolto al prestigioso designer Massimo Vignelli e aver speso duecentomila euro.
La zona di Salerno detta delle chiancarelle ospitava un tempo i depositi di legname e soprattutto era battuta dalle prostitute. L’espressione «figli delle chiancarelle», appare quindi come un insulto sul quale, però, i membri dell’associazione che hanno scelto di chiamarsi così, hanno voluto ironizzare.