LA RIVINCITA DI BATTISTI PRIMO IN CLASSIFICA ANCHE SENZA IL DIGITALE
Il disco più venduto della settimana è «Masters», raccolta dei classici di Lucio Battisti in versione restaurata e rimasterizzata. Fino a qui non ci sarebbe nulla di cui stupirsi: il business del caro estinto, da Elvis in poi, ha sempre riempito le casse dei discografici. Quello che colpisce è che «Masters» si possa trovare soltanto su cd o vinile. Non si può scaricare (legalmente) e non è disponibile in streaming. Gli eredi di Battisti, moglie e figlio, si sono opposti alla digitalizzazione del catalogo. C’è anche una causa con Mogol che si ritiene economicamente danneggiato. Sta di fatto che il cantautore è uno dei pochi al mondo a non esserci. «Masters» sembra un prodotto fuori dal tempo. Negli ultimi due anni, prima in altri Paesi e poi anche in Italia, c’è stato il sorpasso dei supporti digitali (download e streaming) su quelli fisici. Tanto che a partire da luglio la Fimi, federazione che fa capo alle sedi italiane delle multinazionali del disco, ha deciso di inserire nei calcoli delle classifiche Top of the Music anche il consumo via streaming. C’è stato un terremoto che ha premiato una nuova generazione di artisti, soprattutto rap, quelli con una fan base di millennials. Ne sono usciti meno bene i nomi classici, quelli con un pubblico più adulto e tradizionale. In parte è giusto che sia accaduto: le charts devono rappresentare la contemporaneità. In parte discutibile perché i criteri utilizzati creano storture e non fotografano la capacità di produrre valore. Battisti è stato sopra tutti, sia quelli che vanno forte sulle nuove piattaforme, sia quelli che vendono nei negozi (nei vinili però lo supera Liam Gallagher), sia quelli che se la cavano su entrambi i fronti. Senza digitale. E senza quel fenomeno solo italiano che sono gli instore, le presentazioni in cui per un selfie con la star bisogna comprarne l’album. I tecno-ostili lo prenderanno come un punto a loro favore. I modernisti come testamento di una specie in via di estinzione. Fra i due fronti c’è la forza di un canzoniere che a quasi 20 anni dalla morte di Battisti genera ancora emozioni (e vendite).