Crediti a rischio, per S&P’s effetti su Italia, Grecia e Portogallo
Anche l’agenzia di rating Standard & Poor’s dice la sua sulla stretta Bce per i crediti deteriorati. E a riguardo accomuna Italia, Portogallo e Grecia. Gli effetti dell’addendum sui «non performing loans» (Npl) proposto dalla Bce «si sentiranno in particolare sulle banche in Italia, Portogallo e Grecia», ha scritto l’agenzia di rating in un rapporto, spiegando che questi Paesi sono gravati da «quote ampie» di Npl «senza coperture», mentre i rispettivi sistemi bancari sono stati caratterizzati da «procedure di insolvenza e sistemi giudiziari poco efficaci». In Italia, ha sottolineato S&P’s, «prevediamo che le banche diventeranno sempre meno disposte ad erogare credito alle aziende». Tuttavia, l’agenzia ha precisato anche di «aspettarsi» che i tre Paesi «continuino a compiere progressi nell’affrontare i livelli di Npl». Ma non ci sono solo i passi della Vigilanza Bce a tenere banco in Italia. Da Francoforte è attesa — prima o poi — la fine del piano di stimoli monetari, il cosiddetto «quantitative easing» (Qe). Il numero uno degli industriali, Vincenzo Boccia, ha così consigliato alle imprese di prepararsi. «Quando finirà il Qe è evidente che i tassi aumenteranno e quindi dobbiamo prepararci», ha detto il presidente di Confindustria. «Non è un aspetto marginale, c’è tempo, ci si può preparare, evitiamo che diventi un trauma», ha precisato.