Corriere della Sera

Crediti a rischio, per S&P’s effetti su Italia, Grecia e Portogallo

- di Giovanni Stringa

Anche l’agenzia di rating Standard & Poor’s dice la sua sulla stretta Bce per i crediti deteriorat­i. E a riguardo accomuna Italia, Portogallo e Grecia. Gli effetti dell’addendum sui «non performing loans» (Npl) proposto dalla Bce «si sentiranno in particolar­e sulle banche in Italia, Portogallo e Grecia», ha scritto l’agenzia di rating in un rapporto, spiegando che questi Paesi sono gravati da «quote ampie» di Npl «senza coperture», mentre i rispettivi sistemi bancari sono stati caratteriz­zati da «procedure di insolvenza e sistemi giudiziari poco efficaci». In Italia, ha sottolinea­to S&P’s, «prevediamo che le banche diventeran­no sempre meno disposte ad erogare credito alle aziende». Tuttavia, l’agenzia ha precisato anche di «aspettarsi» che i tre Paesi «continuino a compiere progressi nell’affrontare i livelli di Npl». Ma non ci sono solo i passi della Vigilanza Bce a tenere banco in Italia. Da Francofort­e è attesa — prima o poi — la fine del piano di stimoli monetari, il cosiddetto «quantitati­ve easing» (Qe). Il numero uno degli industrial­i, Vincenzo Boccia, ha così consigliat­o alle imprese di prepararsi. «Quando finirà il Qe è evidente che i tassi aumenteran­no e quindi dobbiamo prepararci», ha detto il presidente di Confindust­ria. «Non è un aspetto marginale, c’è tempo, ci si può preparare, evitiamo che diventi un trauma», ha precisato.

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