Sarri straccia la poesia di Guardiola «Voglio palleggiare in faccia al City»
Il catalano riempie di elogi il Napoli e il collega «rivoluzionario». Che incassa e rilancia
DAL NOSTRO INVIATO
Guardiolismo e Sarrismo, rivoluzione e bellezza, storia e filosofia. Quando la vigilia di Manchester City-Napoli si era ormai trasformata in un simposio sul football e in un festival del complimento reciproco tra maestro e allievo, Maurizio Sarri, che è toscano mica per niente, ha ricondotto la vicenda alle sue umane pallonare miserie: «Questa è la partita meno importante per la nostra classifica. Nel girone c’è una squadra palesemente più forte, il City, che le vincerà tutte e sei. I match decisivi per noi saranno gli altri. Non ci resta che provarci con un po’ di follia, senza paura, senza accontentarci di esserci, anzi: voglio vedere undici facce di c... con la convinzione di potere palleggiare sul viso al Manchester City».
Bonjour finesse, ma in fondo sono queste le parole che si urlano nello spogliatoio quando si sta per uscire in uno stadio che ruggisce nel vento d’Inghilterra (ieri fortissimo, ma l’uragano irlandese si dice non dovrebbe arrivare), il sedere ti mangia il pigiama (copyright Bogdan Tanjevic) e dall’altra parte ci sono i famosi Citizens di Guardiola, «la migliore squadra d’Europa guidata dal miglior tecnico di tutti, uno che lascerà il segno nella storia come fece Sacchi trent’anni fa». Sarri vuole dire che stanotte ai suoi dovrà soprattutto battere il cuore, perché «se bastasse una variante tattica per battere i forti, allora i forti non sarebbero mai esistiti. Parlare di tattica è una masturbazione mentale». Detta da un maestro di tattica, è una sentenza a metà fra la contraddizione e il coming out, ma così è. E dove Aurelio De Laurentiis, che ha volato con la squadra, invoca un turn over in vista dell’Inter sabato oppure si discute se giocherà Diawara o Jorginho, Sarri va dritto al punto con aspro pragmatismo: «Voglio morire da vivo e non dopo lunga agonia». Cioè rimanendo se stesso contro un City che muove dagli stessi principi del Napoli ma li
I complimenti di Pep Il Napoli è una delle squadre migliori d’Europa, Sarri, come Sacchi e Conte, è destinato a lasciare qualcosa nel calcio
La prosa del napoletano Questa è la partita meno importante per la nostra classifica. Non ci resta che provarci con un po’ di follia
applica meglio.
Andrà come andrà — «Sarà una serata dura e complicata» — ma intanto una partita Sarri l’ha almeno pareggiata, quella degli elogi. Guardiola si è infatti speso in apprezzamenti clamorosi, parlando del Napoli come di «una delle migliori squadre d’Europa»; di Sarri «rivoluzionario come Sacchi e Conte destinato lasciare qualcosa nel calcio italiano»; di una squadra che gli fa lanciare dei «wow di ammirazione». Mica male, ma anche gli uomini di Pep non scherzano. E anche se lo spagnolo gigioneggia osservando «eppure siamo gli stessi dell’anno scorso, non ho idea del perché andiamo meglio così...», i dati del City restano inquietanti: 10 vittorie e un pari finora, una media gol in Premier League di 3,6 a partita che non si vedeva dall’Everton 1894, un ultimo devastante 7-2 allo Stoke City con sei marcatori diversi, un De Bruyne per Pep «secondo solo a Messi», Aguero che ritorna almeno in panchina.
«Io Guardiola devo solo ringraziarlo», replica sincero Sarri, ma è l’unico sorriso della sua vigilia, subito trasformato nell’ennesimo ringhio: «Mi chiedo perché giochiamo oggi dopo la Roma e prima dell’Inter. Del resto sarà lo stesso con Juve-Napoli prima dell’ultima del girone, che potrebbe essere decisiva. È la conferma che in Lega sono inadatti a fare il loro lavoro». E anche questo, ormai lo sappiamo, è Sarrismo. vittorie del Napoli in Inghilterra: in sei trasferte 5 sconfitte e un pareggio, 15 gol subiti e soltanto 3 segnati apparizioni consecutive per il City in Champions: solo nella stagione 2015-16 il club ha superato gli ottavi volte il Napoli ha superato i gironi nelle ultime tre partecipazioni senza però andare mai oltre gli ottavi