Corriere della Sera

Il golf sogna il salto in alto «Monza è solo il primo passo vogliamo far giocare l’Italia»

Montali: «La Ryder è una grande occasione per noi e per il Paese»

- Domenico Calcagno

Il suo Open lo ha giocato in una stanza di 6 metri per 5, moquette grigia e pareti bianche. Fuori dalla porta, in coda, sindaci, presidenti, tecnici, uomini d’affari. «Per fortuna mi hanno messo la tv — spiega Gian Paolo Montali, d.g. del Progetto Ryder Cup 2022 —, sennò non sarei riuscito a vedere un colpo». Per otto giorni quella stanza è stata il centro di comando del torneo dei record, dei 73 mila nei quattro giorni di gara, quasi il doppio rispetto al 2016: «Dodici mesi fa era stato un successo — ammette Montali —, speravo che quest’anno andasse meglio, ma non mi aspettavo una cosa del genere. Sembrava si giocasse già la Ryder Cup, non un Open. E consideran­do che siamo solo al secondo anno di un percorso di 11, non posso che essere felice e ottimista. Qualcosa sta cambiando, questo ci ha detto la settimana di Monza, e noi questo cambiament­o lo vogliamo, lo cerchiamo».

Si può dire che la Ryder è talmente forte da rendere popolare il golf in Italia, cancellare diffidenze e luoghi comuni?

«Stiamo lavorando per quello. Abbiamo una grande occasione grazie alla visione del presidente Chimenti e all’appoggio del Coni e del governo. Vogliamo giocarcela il meglio possibile».

Ecco, l’appoggio del governo: Ryder significa anche 60 milioni di euro di investimen­to e 97 di garanzie. Ci sono state e ci sono polemiche per queste cifre.

«Vero, ma si tratta di polemiche fuori luogo. Partiamo dai 60 milioni: uno studio certifica che alla fine degli 11 anni il governo incasserà, solo di tasse, 85 milioni. E lascio fuori il fatturato che l’evento produrrà. Le garanzie sono garanzie. Il progetto Ryder è sostenibil­e, la federazion­e ha un piano finanziari­o per pagarsela la Ryder e di questi 97 milioni, necessari per ottenere l’organizzaz­ione della manifestaz­ione, non verrà speso un euro». E se il piano finanziari­o non dovesse funzionare?

«Nessun problema, stiamo per firmare una polizza assicurati­va contro i possibili rischi dell’esercizio finanziari­o. Insomma: la Ryder, che a Roma nel 2022 si giocherà per l’ultima volta fuori dalla Gran Bretagna, è solida e coperta. E produrrà ricchezza perché il golf, per un Paese come il nostro,

può essere una grande occasione. Cito un altro studio: mediamente, un turista che va a Roma si ferma 2 giorni e mezzo. Se il turista gioca a golf si ferma per 4,8 giorni, quasi il doppio».

Il turismo, gli obiettivi economici e il campo. Un grande campione in questo momento facilitere­bbe molto il suo lavoro.

«Certo che il campioniss­imo farebbe comodo. Penso alla spinta che arriverebb­e da un Tomba o un Panatta del golf. Però abbiamo buoni giocatori e non penso solo a Francesco Molinari, a suo fratello Edoardo che sta tornando o a Matteo Manassero che sta lavorando per risalire in alto. Paratore ha 20 anni e ha già vinto un torneo, Bertasio a Monza si è piazzato nei primi 10 e abbiamo tanti ragazzi che stanno crescendo bene: Cianchetti, Di Nitto Scalise, Alessia Nobilio. A livello giovanile il golf italiano è il migliore d’Europa e i nostri

tecnici sono i migliori del mondo. Non lo dico io, lo dicono gli americani».

L’ultimo problema: la pratica. Nei paesi anglosasso­ni giocare a golf è molto più semplice.

«Ci stiamo lavorando. Il primo passo è costruire delle zone dove poter provare. Il governo ci sta aiutando a identifica­re aree dismesse nelle città dove poter costruire dei campi pratica. Stiamo anche formando una nuova categoria di istruttori. L’obiettivo è portare al golf più gente possibile facendole

Assicurati Il piano finanziari­o è sostenibil­e, ma per evitare qualsiasi rischio ci siamo anche assicurati

spendere il meno possibile».

Dicono i golfisti che una volta che si comincia non si riesce più a smettere. Conferma?

«Di solito sì. Il golf è un bellissimo gioco e anche dopo anni ti dà la possibilit­à, o almeno te lo fa credere, di poter migliorare. L’altra caratteris­tica è che giochi sugli stessi campi dove giocano i campioni. Puoi provare a ripetere i colpi che hai visto fare dai migliori. Negli altri sport questo puoi solo sognarlo».

La settimana di Monza le ha lasciato una cosa in particolar­e?

«Due sopra tutte. Vedere sul campo i tanti che sono venuti a scoprire il golf e i compliment­i di Keith Pelley, il ceo del Tour europeo e gran capo della Ryder. Se loro ti fanno i compliment­i significa che te li sei meritati».

 ??  ?? Muro di folla Francesco Molinari, numero 1 azzurro, impegnato nel 74° Open d’Italia. Lo segue un pubblico mai visto in Italia sui campi di golf (Ansa)
Muro di folla Francesco Molinari, numero 1 azzurro, impegnato nel 74° Open d’Italia. Lo segue un pubblico mai visto in Italia sui campi di golf (Ansa)

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