Corriere della Sera

Serie A, dove l’esonero non è più un’ossessione

Rastelli del Cagliari il primo cambio dopo ben 8 giornate, non accadeva da quasi vent’anni

- Carlos Passerini

Secondo le previsioni agostane degli allibrator­i sarebbe toccato nell’ordine prima a Pecchia del Verona (in estate il suo esonero veniva quotato 1,55) e poi a Baroni del Benevento (1,70), invece il primo allenatore licenziato della stagione è Massimo Rastelli: dopo 6 sconfitte in 8 giornate, il Cagliari lo ha fatto fuori ieri con formula classica, i migliori auguri per il futuro e il ringraziam­ento per il lavoro fin qui compiuto cioè promozione dalla B più 11° posto. Via anche il suo vice, Legrottagl­ie. Detto che il patron rossoblù Giulini è ancora indeciso e che sulla lista dei successibi­li ci sono Oddo e Iachini più qualche outsider (Guidolin, Reja, Mazzarri, Mandorlini, Lopez), la notizia sta nella conferma di una tendenza: il mestiere dell’allenatore è passato dal precariato puro al (quasi) posto fisso.

Un anno fa, a questo punto, erano già 3 i «sollevati» ed era circa vent’anni che non si arrivava così avanti nella stagione senza un cambio di guida tecnica. Il record in epoca moderna risale al 1998-99 quando Simoni scampò sulla panca dell’Inter fino alla 11ª, ma è l’insistenza della curva decrescent­e degli ultimi anni a inquadrare la piccola grande rivoluzion­e culturale: l’anno scorso si è chiuso a 9, una delle quote più basse di sempre, la metà esatta dei 18 del 2011-12. Un altro indizio arriva dal raffronto con l’Europa: sono già a quota 3 Spagna e Germania (uno è Ancelotti), la Premier invece è a 2 visto che giusto ieri il Leicester ha sollevato Shakespear­e, l’uomo che prese il posto del nostro Ranieri a febbraio.

Dice Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallena­tori, che le motivazion­i di questa inversione di tendenza sono due: «I soldi che mancano, per cui un presidente ci pensa tre volte (Getty Images) prima di cambiare, e poi il livello medio della categoria che s’è alzato moltissimo». Vero, ma l’impression­e è che sia soprattutt­o una questione di quattrini: le minacce sono gratis, i licenziame­nti no.

Di sicuro pesa l’assenza dei famigerati mangiallen­atori: Zamparini è col Palermo in B e Cellino pure, a Brescia. Cellino, quello che a Cagliari una volta provò a licenziare Sonetti per giusta causa perché la sera prima si era mangiato al ristorante una spigola da quattro chili. Che tempi, quei tempi.

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Licenziato Massimo Rastelli, 48 anni

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