Gli abusi sulle donne e l’omertà degli uomini
Le molestie di Weinstein e il dibattito a senso unico
contro Gwyneth Paltrow, primo perché non seppe dire di no, e secondo perché ha fatto passare tanti anni. Ma la Paltrow aveva 21 anni mentre il suo fidanzato Brad Pitt era già una star del cinema protetta dalla fama. Perché nemmeno una parola su Brad Pitt? Il quale risulta aver avuto un colloquio tempestoso con Weinstein ma poi basta. Silenzio da parte sua, e ora silenzio da parte dei media. Omertà, prima e dopo. Viltà. E (nostra) disinvoltura, ancora una volta, nel colpire un bersaglio comodo. Tutti sapevano, ma tutti vuol dire proprio tutti. Invece le accuse piovono su Meryl Streep che fa finta di essersene accorta solo ora. Ma non su Matt Damon, il quale avrebbe sì avuto anche lui in privato, molto in privato, una discussione con Weinstein che aveva molestato sua moglie ma poi ha minimizzato, giustificato il grande «predatore», anche a non voler dar retta alle accuse di una giornalista del New York Times, che ha appena denunciato le pressioni esercitate (ma smentite dagli interessati) insieme a Russell Crowe per insabbiare un’inchiesta del giornale sulle malefatte sessuali del gigantesco e potentissimo produttore.
In Italia il regista Giovanni Veronesi ha avuto il coraggio, assente in tanti noi maschi, di non disegnarsi autocompiaciuto come un uomo integerrimo, ammettendo di aver saputo già al tempo del trattamento umiliante subìto da Asia Argento. Quanti sono in grado di pronunciare la stessa verità, anziché mettersi da parte, partecipare al tiro al bersaglio più comodo e corrivo? Perché non hanno parlato in tutti questi anni? E soprattutto: perché nessun uomo viene messo sul banco degli imputati per aver taciuto sinora? Tenere tutto in silenzio, girarsi dall’altra parte, accettare tacitamente, anche tacendo sugli affetti più cari, sugli amori violati, sulla dignità calpestata di chi ti è più vicino, non è anche questa una forma di scorciatoia per il successo, la stessa che avrebbero imboccato, stando alle accuse di oggi, le donne che sottostarono ai ricatti sessuali di Weinstein?
Ecco perché il modo distorto con cui oggi si affrontano questi temi mette in evidenza un vizio culturale che ancora una volta considera «naturale» l’atteggiamento degli uomini, e sottoposto a censura solo quelle delle donne. Non gli uomini predatori, beninteso, ma gli uomini paurosi, nessuno escluso, compreso chi scrive. Quando diranno, tra vent’anni: tutti sapevano. Ma non dissero nulla, salvo prendersela con chi, certo tardivamente, certo perché adesso è più facile, ha deciso di rompere l’omertà. Se la sono cavata adesso, gli uomini paurosi. Se la caveranno ancora.