Corriere della Sera

Zaia: così è cambiato tutto

Il governator­e festeggia, oggi il progetto di legge Ma gli hacker hanno superato due dei tre livelli di sicurezza

- Di Andrea Pasqualett­o

«Questa Regione dà il via a un big bang di riforme istituzion­ali», ha detto il governator­e del Veneto Luca Zaia.

Cauto e tattico, in mattinata Luca Zaia aveva messo le mani avanti: «Comunque vada, stiamo scrivendo una pagina di storia: il Veneto non sarà più quello di prima». Parole pronunciat­e alle ore sette, quando a San Vendemiano faceva ancora buio e lui e la moglie Raffaella si sono presentati per primi al seggio della scuola elementare del paese trevigiano dove vivono. E se a suo dire sarebbe andata comunque bene per il solo fatto di aver ottenuto il referendum sull’autonomia, figuriamoc­i il governator­e alle 11 di sera, con quel numeretto che gli frullava davanti agli occhi: affluenza intorno al 60 per cento, 10 punti oltre il quorum. L’unico dato che davvero contava, visto che la vittoria del Sì era scontatiss­ima: «È il big bang delle riforme istituzion­ali, è la caduta del muro di Berlino. Ora posso dirlo: il Veneto si candida a laboratori­o delle autonomie».

Oggi più che mai, rilancia uno dei suoi refrain: «Abbiamo messo una pietra miliare sulla storia della Repubblica italiana, il primo referendum sull’autonomia, da noi voluto e sudato. I veneti hanno risposto all’appello. Vince la voglia di dire che siamo padroni a casa nostra. A Roma dovranno tenere conto di questo risultato, il federalism­o ora è una via obbligata».

Il risultato si colloca sotto la soglia record ventennale del referendum costituzio­nale del dicembre scorso, che in Veneto aveva toccato il 76%, ma sopra altre dieci consultazi­oni dal 1997 a ieri.

La domandina scritta su oltre quattro milioni di schede era semplice semplice: «Vuoi che alla Regione siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolar­i di autonomia?». Ma, in concreto, cosa succederà? «Una volta validato il risultato da parte della Corte d’appello, ho pronta la delibera sulla piattaform­a del negoziato che discuterò con tutte le categorie, le autonomie locali e che porterò all’approvazio­ne del consiglio regionale. Ed è già pronta la delegazion­e tecnica che seguirà la trattativa sui tavoli romani. Depositere­mo la nostra proposta e chiederemo al governo tutte le 23 competenze che ci spettano e le relative risorse economico finanziari­e». Istruzione, ambiente, commercio estero, salute, ricerca scientific­a, Protezione civile. E, fra le altre, soprattutt­o quella più trasversal­e e sentita: imposte e tributi.

Cosa significa esattament­e avere questa competenza? «Il nostro residuo fiscale (la differenza fra quanto viene versato al Fisco e quanto torna in termini di servizi ai cittadini, ndr) ammonta a 15,4 miliardi di euro: è ora che i territori gestiscano le risorse prodotte sul territorio e smettano di finanziare gli sprechi di territori ormai tecnicamen­te falliti. E non ci si venga a parlare di solidariet­à, quella non è in discussion­e». Come dire, con una maggiore autonomia molti denari rimarrebbe­ro nelle casse venete.

Ma è davvero così? Succederà tutto ciò, dopo la trattativa con il governo e l’ok del Parlamento? «Assolutame­nte no, il referendum non andrà a incidere sul residuo fiscale, che tra l’altro non è di 15 miliardi ma molto meno», sostiene Stefano Fracasso, capogruppo del Pd in consiglio regionale, che ha scelto e chiesto di astenersi dal voto. Ma il Pd sul referendum è diviso. Alfiere del Sì Simonetta Rubinato, deputata trevigiana. Lei gongola: «Sono soddisfatt­a, è arrivata la spallata, è democratic­a e non è solo della Lega. Zaia ha ora un ampio mandato».

Cantano vittoria Lega e Forza Italia ma non tutto il centrodest­ra, con Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia che l’aveva detto chiaro: «Referendum inutile, noi sosteniamo un federalism­o patriottic­o». Zaia dice che non ci sono rischi: «Il tutto rimane nell’alveo dell’unità del Paese».

I veneti hanno risposto all’appello Vince la voglia di dire che siamo padroni in casa nostra e a Roma dovranno tenerne conto

È ora che i territori gestiscano le risorse che producono e smettano di finanziare gli sprechi altrui Ma la solidariet­à non è in discussion­e

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(LaPresse) All’apertura del seggio Luca Zaia con la moglie Raffaella Monti: il governator­e veneto è arrivato prima delle 7, ha atteso l’apertura del seggio ed è stato il primo a votare

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