Corriere della Sera

Berlusconi guarda avanti: la consultazi­one non sposta gli equilibri

L’ex premier: fatto positivo per tutta la coalizione

- Paola Di Caro

Non lo ha certo appassiona­to. Il referendum per una maggiore autonomia di Lombardia e Veneto per Silvio Berlusconi è stata una battaglia che ha voluto combattere la Lega. Non la sua, che il tema ha sempre preferito trattarlo nei programmi, e dunque anche nel prossimo che continua a limare per sottoporlo, già questa settimana o la prossima, agli alleati nel vertice del centrodest­ra.

E però, compiuto il rito del voto, Silvio Berlusconi si dice «soddisfatt­o», perché con questa affermazio­ne si rafforza l’idea che «il centrodest­ra può vincere». I referendum hanno ottenuto un grande successo in Veneto, raggiunto la soglia della sufficienz­a in Lombardia. Ma, al di là della innegabile affermazio­ne di Luca Zaia, da lui sempre stimato e che certamente considerer­ebbe per un eventuale governo, per l’ex premier «non si sono spostati gli equilibri nella coalizione», e l’affermazio­ne dei referendum invece «rafforza tutta la coalizione, che è ciò che conta e che mi interessa».

Su questo batterà Berlusconi in questi giorni, che infatti, per non lasciare la bandiera del referendum solo nelle mani di Maroni, Zaia e Salvini, ha voluto mettere anche la sua faccia sull’operazione. Lo ha fatto partecipan­do con il governator­e lombardo a una iniziativa pubblica nell’imminenza del voto, e lo ha fatto parlando spesso negli ultimi giorni del tema autonomie. Alla sua maniera: «Non dobbiamo spaventare gli elettori — aveva avvertito i suoi —, non si deve pensare a una deriva spagnola. Bisogna far capire che è una battaglia moderata che serve a tutto il paese».

Ieri lo ha ripetuto: «Il nostro apporto è stato fondamenta­le, dobbiamo spiegarlo, perché la Lega viene da una storia separatist­a, mentre noi siamo sempre stati federalist­i. E se i referendum si sono potuti svolgere è grazie al nostro lavoro nel 2005». Insomma, il leit-motiv sarà che «questi referendum hanno lo scopo di far crescere tutto il Paese. Se le regioni più efficienti camminano, ne guadagnano tutti, al Sud come al Nord».

Insomma, il tema potrà essere giocato anche nella campagna elettorale per le politiche, che comunque sembra l’unica che interessi davvero a Berlusconi. Tanto più se anche dalla Sicilia dovesse arrivare una vittoria, che ringalluzz­irebbe ancor più l’intero centrodest­ra. Tocca poi ai vari esponenti del partito rivendicar­e anche per FI la vittoria. Renato Brunetta lo fa per il Veneto: «FI ha voluto fortemente questa consultazi­one, che si è svolta grazie a un’iniziativa legislativ­a regionale azzurra, e ha condotto una campagna elettorale seria e responsabi­le».

Giovanni Toti, governator­e della Liguria, pensa che il referendum abbia confermato che quel «blocco sociale che in parte sembra averci abbandonat­o per guardare a Grillo e Renzi, è tornato da noi».

A restare ancora sulle sue è Giorgia Meloni, che a differenza di FdI del Nord non ha sostenuto il referendum e che conferma lo scetticism­o: «Certo non è stato un plebiscito. Ora bisogna lavorare insieme per una proposta di riforma dello Stato che coniughi presidenzi­alismo e federalism­o, e che non metta in discussion­e l’Unità Nazionale».

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(LaPresse) Nel seggio I comandi che attivano i tablet per il voto elettronic­o

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