Berlusconi guarda avanti: la consultazione non sposta gli equilibri
L’ex premier: fatto positivo per tutta la coalizione
Non lo ha certo appassionato. Il referendum per una maggiore autonomia di Lombardia e Veneto per Silvio Berlusconi è stata una battaglia che ha voluto combattere la Lega. Non la sua, che il tema ha sempre preferito trattarlo nei programmi, e dunque anche nel prossimo che continua a limare per sottoporlo, già questa settimana o la prossima, agli alleati nel vertice del centrodestra.
E però, compiuto il rito del voto, Silvio Berlusconi si dice «soddisfatto», perché con questa affermazione si rafforza l’idea che «il centrodestra può vincere». I referendum hanno ottenuto un grande successo in Veneto, raggiunto la soglia della sufficienza in Lombardia. Ma, al di là della innegabile affermazione di Luca Zaia, da lui sempre stimato e che certamente considererebbe per un eventuale governo, per l’ex premier «non si sono spostati gli equilibri nella coalizione», e l’affermazione dei referendum invece «rafforza tutta la coalizione, che è ciò che conta e che mi interessa».
Su questo batterà Berlusconi in questi giorni, che infatti, per non lasciare la bandiera del referendum solo nelle mani di Maroni, Zaia e Salvini, ha voluto mettere anche la sua faccia sull’operazione. Lo ha fatto partecipando con il governatore lombardo a una iniziativa pubblica nell’imminenza del voto, e lo ha fatto parlando spesso negli ultimi giorni del tema autonomie. Alla sua maniera: «Non dobbiamo spaventare gli elettori — aveva avvertito i suoi —, non si deve pensare a una deriva spagnola. Bisogna far capire che è una battaglia moderata che serve a tutto il paese».
Ieri lo ha ripetuto: «Il nostro apporto è stato fondamentale, dobbiamo spiegarlo, perché la Lega viene da una storia separatista, mentre noi siamo sempre stati federalisti. E se i referendum si sono potuti svolgere è grazie al nostro lavoro nel 2005». Insomma, il leit-motiv sarà che «questi referendum hanno lo scopo di far crescere tutto il Paese. Se le regioni più efficienti camminano, ne guadagnano tutti, al Sud come al Nord».
Insomma, il tema potrà essere giocato anche nella campagna elettorale per le politiche, che comunque sembra l’unica che interessi davvero a Berlusconi. Tanto più se anche dalla Sicilia dovesse arrivare una vittoria, che ringalluzzirebbe ancor più l’intero centrodestra. Tocca poi ai vari esponenti del partito rivendicare anche per FI la vittoria. Renato Brunetta lo fa per il Veneto: «FI ha voluto fortemente questa consultazione, che si è svolta grazie a un’iniziativa legislativa regionale azzurra, e ha condotto una campagna elettorale seria e responsabile».
Giovanni Toti, governatore della Liguria, pensa che il referendum abbia confermato che quel «blocco sociale che in parte sembra averci abbandonato per guardare a Grillo e Renzi, è tornato da noi».
A restare ancora sulle sue è Giorgia Meloni, che a differenza di FdI del Nord non ha sostenuto il referendum e che conferma lo scetticismo: «Certo non è stato un plebiscito. Ora bisogna lavorare insieme per una proposta di riforma dello Stato che coniughi presidenzialismo e federalismo, e che non metta in discussione l’Unità Nazionale».