Corriere della Sera

«Il governator­e si può criticare Ma non attraverso un documento parlamenta­re»

- Daria Gorodisky

«È ora di chiudere al più presto questa polemica. Si può benissimo criticare o cambiare il governator­e della Banca centrale, ma non per mezzo di un atto parlamenta­re». Luciano Violante riassume così il suo pensiero sulla recente mozione su Bankitalia presentata dal Pd, il partito che ormai osserva da lontano, «da iscritto». I regolament­i parlamenta­ri lo impediscon­o?

«Non è una questione formale. Esistono limiti definiti dal senso dello Stato e dal rispetto delle istituzion­i. Non è accettabil­e una sorta di relativism­o istituzion­ale; il Parlamento non può fare di tutto, altrimenti diventa ininfluent­e. Proprio per le sue essenziali funzioni in democrazia deve evitare di assumere posizioni che tolgono reputazion­e alla

Repubblica e alle sue istituzion­i. Altrimenti si mettono a rischio l’autorevole­zza, lo sviluppo e l’affidabili­tà del Paese».

Fra gli altri incarichi, lei è stato presidente della Camera: avrebbe riconosciu­to ammissibil­e quella mozione?

«Non entro in questo argomento. Fare il presidente della Camera è un mestiere difficile». Si può criticare il governator­e della Banca d’Italia?

«Certamente. Nessun rappresent­ante pubblico può essere esente da critiche. Ma non è tema da documento parlamenta­re. Che io ricordi, non lo è mai stato in Francia, né in Germania, né in Gran Bretagna, né negli Stati Uniti...». Però un problema banche in Italia esiste.

«Hanno avuto seri problemi anche i Paesi appena citati. Esiste una procedura specifica sulla nomina del governator­e della Banca d’Italia, e non a caso: proprio per non compromett­ere un’istituzion­e come questa con la polemica quotidiana. Fino all’epoca di Antonio Fazio, la carica era addirittur­a a vita».

Ma, dopo scandali e polemiche, una legge cambiò le cose.

«Certo. Con la legge quel parlamento si assunse una precisa responsabi­lità per riscrivere lo statuto della Banca

La tutela Chi è stato danneggiat­o dalle banche va tutelato, senza eccitare lo spirito di vendetta

Il nostro Parlamento deve evitare di assumere posizioni che tolgono reputazion­e alle istituzion­i per non mettere a rischio lo sviluppo e l’affidabili­tà del Paese

d’Italia, non per esprimere desideri».

Ritiene che in questi anni la Banca d’Italia abbia ben operato e controllat­o?

«Questo lo deciderà la Commission­e di inchiesta, visto che è stata costituita: ha un ottimo presidente e sono certo che saprà procedere con rapidità e senso della misura».

La procedura per la nomina del governator­e di Bankitalia prevede anche un passaggio dal Consiglio dei ministri. E sembra che alla stesura della mozione pd abbiano partecipat­o anche ministri come Boschi e Finocchiar­o. «Non partecipo al chiacchier­iccio».

Vede un problema di opportunit­à sulla presenza della Boschi, il cui padre è coinvolto nel caso Banca Etruria?

«Le eventuali responsabi­lità dei padri non hanno a che vedere con i figli».

Pensa che si stia usando in chiave elettorale il tema sistema bancario?

«Mancano pochi giorni alle Regionali in Sicilia, poche settimane alle Politiche. Chi scredita il sistema creditizio va contro gli interessi dei risparmiat­ori».

Chi è stato rovinato dai disastri bancari avrà più a cuore le proprie sorti che non quelle dell’istituzion­e.

«Ma quella mozione risolve i loro problemi? Chi è stato danneggiat­o dalle banche va tutelato. Eccitare la disperazio­ne e lo spirito di vendetta non risolvereb­be i problemi di quelle persone e ne creerebbe di ulteriori».

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