«Il governatore si può criticare Ma non attraverso un documento parlamentare»
«È ora di chiudere al più presto questa polemica. Si può benissimo criticare o cambiare il governatore della Banca centrale, ma non per mezzo di un atto parlamentare». Luciano Violante riassume così il suo pensiero sulla recente mozione su Bankitalia presentata dal Pd, il partito che ormai osserva da lontano, «da iscritto». I regolamenti parlamentari lo impediscono?
«Non è una questione formale. Esistono limiti definiti dal senso dello Stato e dal rispetto delle istituzioni. Non è accettabile una sorta di relativismo istituzionale; il Parlamento non può fare di tutto, altrimenti diventa ininfluente. Proprio per le sue essenziali funzioni in democrazia deve evitare di assumere posizioni che tolgono reputazione alla
Repubblica e alle sue istituzioni. Altrimenti si mettono a rischio l’autorevolezza, lo sviluppo e l’affidabilità del Paese».
Fra gli altri incarichi, lei è stato presidente della Camera: avrebbe riconosciuto ammissibile quella mozione?
«Non entro in questo argomento. Fare il presidente della Camera è un mestiere difficile». Si può criticare il governatore della Banca d’Italia?
«Certamente. Nessun rappresentante pubblico può essere esente da critiche. Ma non è tema da documento parlamentare. Che io ricordi, non lo è mai stato in Francia, né in Germania, né in Gran Bretagna, né negli Stati Uniti...». Però un problema banche in Italia esiste.
«Hanno avuto seri problemi anche i Paesi appena citati. Esiste una procedura specifica sulla nomina del governatore della Banca d’Italia, e non a caso: proprio per non compromettere un’istituzione come questa con la polemica quotidiana. Fino all’epoca di Antonio Fazio, la carica era addirittura a vita».
Ma, dopo scandali e polemiche, una legge cambiò le cose.
«Certo. Con la legge quel parlamento si assunse una precisa responsabilità per riscrivere lo statuto della Banca
La tutela Chi è stato danneggiato dalle banche va tutelato, senza eccitare lo spirito di vendetta
Il nostro Parlamento deve evitare di assumere posizioni che tolgono reputazione alle istituzioni per non mettere a rischio lo sviluppo e l’affidabilità del Paese
d’Italia, non per esprimere desideri».
Ritiene che in questi anni la Banca d’Italia abbia ben operato e controllato?
«Questo lo deciderà la Commissione di inchiesta, visto che è stata costituita: ha un ottimo presidente e sono certo che saprà procedere con rapidità e senso della misura».
La procedura per la nomina del governatore di Bankitalia prevede anche un passaggio dal Consiglio dei ministri. E sembra che alla stesura della mozione pd abbiano partecipato anche ministri come Boschi e Finocchiaro. «Non partecipo al chiacchiericcio».
Vede un problema di opportunità sulla presenza della Boschi, il cui padre è coinvolto nel caso Banca Etruria?
«Le eventuali responsabilità dei padri non hanno a che vedere con i figli».
Pensa che si stia usando in chiave elettorale il tema sistema bancario?
«Mancano pochi giorni alle Regionali in Sicilia, poche settimane alle Politiche. Chi scredita il sistema creditizio va contro gli interessi dei risparmiatori».
Chi è stato rovinato dai disastri bancari avrà più a cuore le proprie sorti che non quelle dell’istituzione.
«Ma quella mozione risolve i loro problemi? Chi è stato danneggiato dalle banche va tutelato. Eccitare la disperazione e lo spirito di vendetta non risolverebbe i problemi di quelle persone e ne creerebbe di ulteriori».