Corriere della Sera

«Bruxelles è prevenuta contro di noi Non accetterem­o interferen­ze»

Il ministro degli Esteri polacco: «Ricollocar­e i rifugiati? Scapperebb­ero in Germania»

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«Quella di Macron è una ricetta per dividere l’Europa. L’ironia della Storia è che gli appelli all’unità vengano dai nuovi membri dell’Unione, come noi di Visegrad, mentre i Paesi fondatori promuovono idee divisive. Macron vuole creare un gruppo separato. È un’idea sbagliata anche dal punto di vista economico, contraria al mercato unico, al principio della libera circolazio­ne di persone, merci, servizi e capitali».

Il ministro degli Esteri polacco, Witold Waszczykow­ski, è da ieri in Italia, per partecipar­e alla Conferenza mediterran­ea dell’Osce, dedicata alle migrazioni, che si apre domani a Palermo sotto presidenza italiana.

Macron propone un bilancio per l’eurozona, di cui la Polonia non fa parte. Anche a questo siete contrari?

«Dove sono i soldi? Macron propone di trovarli con nuove tasse sulle transazion­i finanziari­e. E per fare cosa? Aiutare l’economia francese? È un’idea molto egoista, senza alcuna base solidale. Ricordo anche che il “protezioni­smo intelligen­te” ora sostenuto da Macron, era un’idea di Marine Le Pen».

Quali posizioni porterà alla conferenza di Palermo?

«Sul piano degli impegni negli aspetti esterni dell’immigrazio­ne, Witold Waszczykow­ski 60 anni, è ministro degli Esteri polacco dal novembre 2015. Dal 2005 al 2008 è stato viceminist­ro degli Esteri. È entrato per la prima volta in Parlamento nel 2011

● In Iran È stato ambasciato­re in Iran dal 1999 al 2002 la Polonia ha stanziato 50 milioni di euro a favore della Economic Resilience Initiative, nonché altri 8 milioni, in risposta alla richiesta italiana di aumentare ancora il finanziame­nto a questo fondo. Inoltre abbiamo aumentato la nostra partecipaz­ione all’operazione marittima Sophia. Vorrei però ricordare che la Polonia è Paese di frontiera e ha assorbito un grande numero di immigrati dall’Ucraina. Solo nel 2016 abbiamo emesso 1 milione 267 mila visti. Come risultato ci sono più di 1 milione di ucraini che vivono da noi. Abbiamo cercato di applicare la parte che ci compete della decisione della Ue di ricollocar­e i rifugiati attualment­e in Italia o in Grecia. Ma quando abbiamo inviato i nostri funzionari della sicurezza nei centri di raccolta, questi non hanno potuto identifica­re le persone da ricollocar­e, o perché non avevano documenti e perché ne avevano troppi. Quando abbiamo chiesto chi voleva volontaria­mente ricollocar­si in Polonia, nessuno ha accettato: nel XXI secolo, nell’Europa moderna, non si possono costringer­e le persone a ricollocar­si contro il loro volere».

Detto altrimenti non applichere­te le decisioni della Ue?

«No. Sarebbe inutile, anche perché appena in Polonia scapperebb­ero in Germania».

Tornando a Macron, perché siete contrari a una difesa europea?

«Non siamo contrari, ma abbiamo già la Nato. Possiamo lavorare alla difesa europea, ma non in competizio­ne con l’Alleanza atlantica. Non

abbiamo molte risorse a disposizio­ne. Sa quanti Paesi della Nato spendono il 2% del bilancio per la difesa? Non la Francia, la Germania o l’Italia. Solo cinque e fra questi la Polonia. La Nato è già la difesa europea. Al vertice di Varsavia abbiamo firmato un accordo di cooperazio­ne con la Ue, applichiam­olo».

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