Corriere della Sera

Joseph e Rachel, l’ultimo abbraccio nel deserto

- Km 100

Joseph e Rachel hanno scelto di morire quando hanno capito che non sarebbero riusciti a tornare indietro. Lui ha ucciso lei, poi si è tolto la vita. Lo Sceriffo, per ora, non può certificar­lo con certezza, afferma che l’inchiesta non è completa e ammette che forse la verità non la scopriremo mai. Ma non ha escluso che sia stato questo l’epilogo sconvolgen­te di un’escursione nell’affascinan­te quanto selvaggio parco di Joshua Tree, nel deserto della California.

È il 26 luglio, Joseph Orbeso, 21 anni, decide di festeggiar­e il compleanno della sua fidanzata, Rachel Nguyen, con una breve vacanza in un luogo che attira molto turisti e appassiona­ti di trekking. Prendono la stanza in un Airbnb non lontano dal parco, poi il 27 raggiungon­o in auto l’ingresso di un sentiero, il Maze Loop. È un percorso che può rivelarsi insidioso, con passaggi stretti, dirupi. Chi è esperto dice che è facile perdere l’orientamen­to. Se poi si aggiungono le temperatur­e violente, fino ai 45 gradi d’estate, si possono comprender­e le difficoltà. Che — in base agli elementi fin qui emersi — si sono tramutate in ostacoli insormonta­bili per i due giovani.

Il giorno seguente i responsabi­li dell’alloggio non li vedono rientrare, comprendon­o che qualcosa è andato storto, danno l’allarme. I ranger trovano rapidament­e la vettura della ragazza e da lì partono le ricerche con elicotteri, squadre di soccorso, volontari. Le pattuglie battono per giorni la zona, perlustran­o il territorio senza trovare indizi utili. Le famiglie offrono una ricompensa di 10 mila dollari, chiedono aiuto a chiunque attraversi la zona. L’appello resta senza seguito. I fidanzati paiono inghiottit­i dalla Natura inospitale. Segue un lungo silenzio accompagna­to dalla disperazio­ne. Difficile che possano STATI UNITI

STATI UNITI

CALIFORNIA essere sopravviss­uti in quelle condizioni. Poi il 15 ottobre l’annuncio. Li hanno individuat­i in un punto remoto, in fondo ad un canyon.

I ranger raccontano che erano sotto un tenue alberello, indossavan­o pantaloni corti, aveva Joshua Tree Parco Nazionale

MESSICO

cercato di coprirsi le gambe con altri indumenti. Parevano abbracciat­i. Vicino del cibo come fosse stato razionato, niente acqua. Se l’avevano era finita. Sembra tutto chiaro, ma 24 ore dopo, quando la Scientific­a ha finito con gli esami, lo Sceriffo rivela che Joseph ha ucciso con un colpo di pistola la sua ragazza, quindi si è suicidato. «Non abbiamo rinvenuto biglietti di spiegazion­e, non sembra un gesto pianificat­o» afferma la portavoce Cynthia Bachman. È una prima valutazion­e in attesa di indagini più ampie, servono accertamen­ti, e l’azione di Orbeso rimane sotto indagine.

Rachel magari è caduta, si è sentita male, non era in grado di proseguire né di tornare indietro. Joseph non ha voluto abbandonar­la e piuttosto che morire di stenti ha preso in mano il destino. A chi chiede perché il ragazzo fosse armato i genitori rispondono che faceva la guardia privata ed era normale che avesse con sé la pistola. Particolar­i che gli inquirenti esamineran­no con attenzione.

La storia di Joshua Tree ne

Spariti nel nulla Erano scomparsi tre mesi fa nel parco di Joshua Tree con temperatur­e a 45 gradi

ricorda altre, compresa quella di Christophe­r McCandless, rimasto bloccato in una regione dell’Alaska, la vicenda raccontata da Into the Wild. Forse aveva voluto chiudere la sua esistenza isolandosi oppure è stato il caso avverso unito alla sottovalut­azione dei rischi. Cosa peraltro non rara in molte regioni americane. Nel luglio del 1996 una coppia di tedeschi svanisce insieme ai due figli piccoli nella famosa Valle della Morte. Non si saprà più nulla di loro fino al 2009 quando, finalmente, saranno trovati per caso i loro resti. Sembra che il loro mezzo abbia avuto un’avaria su uno sterrato e il calore li ha sopraffatt­i. Nel 2015 marito e moglie francesi decidono di visitare un luogo bellissimo, White Sands, in New Mexico. Con loro il bimbo di 10 anni. Non sono però prudenti, si incamminan­o durante le ore più assolate e con poca acqua. La prima a cedere è la donna, quindi il marito. Salvo per un miracolo il figlio.

E così altri casi dove le vittime, con le forze che si esaurivano, hanno lasciato messaggi affidati a diari improvvisa­ti, per raccontare il loro dramma ma anche cercare di rendere meno dura la fine inesorabil­e.

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