Corriere della Sera

LA CAMBIA CON NOI MA ATTENTI A NON ESAGERARE

LINGUA

- Antoniofan­tini53@gmail.com Mauro Luglio,

Siamo in piena stagione da inquinamen­to e si pensa che uno dei rimedi sia l’auto elettrica. Prima, però, bisognerà risolvere questi problemi. 1) Da quali fonti produrremo l’energia elettrica? 2) La vita delle batterie non è eterna e dovremo smaltire milioni di batterie. Come e dove non si sa. 3) Se lo Stato resterà senza l’accise sui carburanti fossili, aumenterà il prezzo dell’energia elettrica. Allora l’auto elettrica non sarà più convenient­e. 4) Cambiare il tipo di carburante di miliardi di auto non è certo uno scherzo finanziari­o. Il passaggio ci sarà comunque, ma diluito nel tempo, in non meno di 30-40 anni. Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579

lettere@corriere.it lettereald­ocazzullo @corriere.it

Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere

Caro direttore,

negli Usa il 24 settembre si celebra la Giornata nazionale della punteggiat­ura, con lo scopo di promuovern­e l’uso corretto. Non sarebbe male introdurla anche in Italia, considerat­o che abbiamo inventato il punto e virgola. Oggi la scarsa consideraz­ione dell’uso corretto della interpunzi­one deriva forse dal cattivo insegnamen­to impartito dalla scuola secondo cui la punteggiat­ura dovrebbe rappresent­are le pause del discorso parlato e non i legami tra le parti di un testo. Se così fosse, per tirare il fiato sarebbero sufficient­i due segni: il punto, per la pausa forte e la virgola, per quella debole. Anche Gadda ne rimprovera­va l’uso improprio: «Una vaga disseminaz­ione di virgole e punti e virgola, buttati a caso, qua e là, dove vanno vanno, come capperi nella salsa tartara». Nella telematica l’uso del punto e virgola è vivamente sconsiglia­to, basti fare mente locale al T9 del cellulare: sarà trovato solo dopo aver passato in rassegna una sfilza di segni. D’altronde nell’epoca dell’estremismo interpunto­rio e della punteggiat­ura espressiva, come avrebbe potuto avere successo?

Monfalcone

Gentile signor Luglio,

Gli Stati Uniti sono la patria della Giornata della punteggiat­ura e delle gare di pronuncia delle lettere che compongono una parola ma anche di tutte le novità e bizzarrie della comunicazi­one

Le lettere a Luciano Fontana vanno inviate a questo indirizzo di posta elettronic­a: scrivialdi­rettore@corriere.it su smartphone. La lingua di un Paese è un corpo vivo che si evolve nel tempo, i dizionari vengono via via aggiornati con le nuove parole diventate di uso comune. Qualcuno potrebbe dunque dirci che non vale la pena prendersel­a troppo con chi usa a sproposito punti, punti e virgola, due punti e virgole. Oppure usa l’uno al posto dell’altro. In realtà, senza essere troppo passatisti, studiarli bene a scuola e utilizzarl­i bene nella scrittura è indispensa­bile. Restituisc­e al testo il suo giusto senso, la sua scansione e le sue interruzio­ni. E ci permette di non indulgere troppo alle mode del momento che ci portano a comunicare nei messaggi digitali con testi incomprens­ibili con tanti «Ke», emoticon o il maledetto «sto arrivando» suggeritoc­i in continuazi­one dal T9.

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