Fanatismo è anche la mistica dell’unità
Ancora una volta su Cari fanatici di Amos Oz, pubblicato ora in Italia da Feltrinelli, un manuale prezioso contro il fanatismo in tutte le sue forme. Una forma di fanatismo descritta da Oz è per esempio quella apparentemente di buon senso, ragionevole e blanda, che si esprime nella mistica dell’unità, nella condanna delle divergenze che ci impediscono di agire come «un sol uomo» contro il nemico, nel fastidio per il dissenso, per la critica puntigliosa, per lo spirito polemico bollato alla fine come un tradimento. Quante volte lo abbiamo sentito: unità prima di tutto, stringiamoci, non lasciamo spiragli all’avversario, facciamo muro, facciamo fronte comune, «voto utile», silenzio, disciplina. Ecco, spiega Oz, anche questa è una forma di fanatismo. E contro questo fanatismo light vuole rivendicare il meglio della tradizione ebraica perché «il popolo di Israele non ama obbedire» e anzi «il popolo discute incessantemente con i profeti, i profeti discutono incessantemente con Dio mentre contestualmente litigano con il popolo e con i re. Giobbe se la prende con il cielo». E poi, spiega Amos Oz: «Siamo un popolo di mentori. Tutti amiamo insegnare, far aprire gli occhi, precisare, gettare una nuova luce, contraddire. Il clima del contrasto è non di rado quello giusto per una vita creativa, per il rinnovamento spirituale». La contraddizione, il contrasto, il dissenso, il litigio anche, non sono un vizio, sono il lievito, l’ingrediente prezioso della democrazia. Il rifiuto dell’obbedienza a priori, il rifiuto dell’intimazione al silenzio, il rifiuto della mistica potenzialmente totalitaria dell’unità. Mentre il dissenso, la critica incessante, la discussione sono il sale indispensabile della vita creativa, dice Oz, ma anche la vita creativa di una collettività deve essere nutrita da un popolo che discute, che si accapiglia, che puntualizza, poi sceglie a maggioranza ma sempre lasciando alla minoranza lo spazio e la legittimazione per opporsi, continuare a discutere, perché nella democrazia non si deve mai mettere a tacere chi dissente. Ma nel fanatismo dell’unità questa ricchezza del dissenso non viene contemplata, viene vista addirittura come un atto di sabotaggio. Dove i comportamenti sono giudicati, anche nel dibattito politico e culturale, con il metro dell’«utilità». L’utilità del dissenso, però, è impagabile.