Le amiche si confessano il giovedì E fanno ancora i conti con le madri
Le quattro amiche si ritrovano ogni giovedì sera a cena nel solito ristorante, a Milano. Si raccontano guai e piaceri, gioie e disastri; sanno che troveranno sempre ascolto, e anche un aiuto sincero. Sono donne indipendenti (una sola è sposata, Maria Sole, e sta a casa con il bambino), con solide posizioni e buon reddito: Carlotta è avvocatessa e socia di uno studio importante; Gloria è titolare di un’agenzia di pubbliche relazioni; Andreina è direttrice del personale del ramo italiano di una multinazionale. Hanno relazioni con uomini più o meno interessanti, più o meno difficili, vogliono essere loro a condurre il gioco e se poi le cose non funzionano trovano conforto tra le amiche-sorelle.
Festa di famiglia (Sperling & Kupfer) di Sveva Casati Modignani è un romanzo-conversazione, che registra e trascrive quello che le amiche si dicono per farcelo ascoltare. Non hanno segreti, si confidano tutto, e attraverso le loro confessioni il lettore impara a conoscerle. A volte, con opportuni flashback, veniamo a sapere le cose del loro passato, vicende familiari, situazioni sentimentali o di lavoro che le hanno fatte diventare quello che sono.
Se Carlotta, l’avvocatessa, dopo varie storie che lei stessa ha chiuso per paura di perdere la sua indipendenza, ha rinunciato a cercarsi nuovi amori, le altre invece hanno molti problemi. Maria Sole non è contenta del marito, che ha sposato dopo un lunghissimo fidanzamento più che altro per accontentare le famiglie. Gloria, invece, felicemente convivente da vent’anni con Sergio, il giorno del suo compleanno decide di finirla lì: lui le ha regalato un Bimby, e per lei quell’elettrodomestico rivela il modo con cui il compagno ormai la considera, solo un oggetto di casa. Andreina ha incontrato Bill, manager americano della stessa sua azienda, sposato con figli: è nato un amore appassionato, consumato in pochi giorni in Inghilterra. Ora lei scopre di essere incinta: che deve fare?
Se Carlotta è un po’ quella che ha maggiore autorità, Andreina si prende qui il ruolo della protagonista. Proprio con le sue domande — tenere o no il bambino? dirlo o no al padre? — comincia il romanzo. E ognuna delle amiche darà la sua risposta, in virtù anche delle proprie esperienze. Del resto, Andreina, figlia di una ragazza madre che l’ha lasciata dai parenti in Puglia per andare a lavorare a Milano, pensa di non voler ripercorrere la strada dolorosa di sua madre, chiede e si domanda se la nascita di un figlio valga più della sua libertà, della sua carriera. Di fronte a questo dilemma le amiche finiscono per riflettere ognuna sulla propria vita. E su un tema grande, la famiglia, quella di origine, quella da formare. Loro, le amiche, pensano che la loro amicizia possa bastare, che sia un valido sostituto del nucleo primario, padre madre figli, che per loro non ha funzionato. Chi ci racconta le loro storie, la scrittrice, non si pronuncia.
Si intuisce, come sottofondo, l’interesse di Sveva Casati Modignani per la figura della madre e per il rapporto mai semplice madre-figlia. Quel tema che è al centro dei suoi libri autobiografici, Il diavolo e la rossumata, Il bacio di Giuda e Un battito d’ali, che rimandano sempre alla figura di una madre scontenta, depressa, incapace di dare amore. Anche per Carlotta, Andreina, Maria Sole quel legame ha pesato fortemente sulle loro vite. E per queste donne che vivono libere e indipendenti in un mondo di uomini, quello è ancora il problema con cui fare i conti.