Corriere della Sera

Pappano superstar «Qui in America riscopro le origini»

Successo con l’Orchestra di Santa Cecilia

- (Foto Chris Lee)

DAL NOSTRO INVIATO

Il pubblico chiede il bis alzandosi in piedi e Antonio Pappano, rompendo le consuetudi­ni, suona con la genialità imprevedib­ile di Martha Argerich un frammento di Ravel per pianoforte a quattro mani. C’è la voglia di «giocare» e di teatralizz­are la musica, unendo passione e talento; c’è il ritorno dell’Orchestra di Santa Cecilia negli Stati Uniti dopo 48 anni; c’è la prima volta di Pappano alla Carnegie Hall, dove recupera le sue radici.

L’uomo dei tre mondi è nato a Londra, ha passato la sua prima giovinezza a Bridgeport, Connecticu­t, e poi Roma. «Mia sorellina Incoronata morì a otto mesi, quella fu una delle spinte a partire per l’America, dove viveva una mia zia. Mio padre sognava una carriera di cantante. Qui riunimmo la famiglia campana, e ho capito che la musica era la mia strada nell’incontro con la maestra Norma Verrilli. Fu lei a vedere le mie possibilit­à, ad allargare i miei orizzonti. Non avevo idea di dirigere all’inizio». Pappano, il musicista istintivo che viene da una famiglia umile (il padre serviva ai tavoli e insegnava canto) non si è formato nelle accademie, poi trovò l’America in Europa: Bruxelles, Londra, Santa Cecilia. A New York torna da vincitore. Ecco la madre di Pappano, Carmela Maria: «Mio figlio mi ha detto che grazie alla musica ha una seconda famiglia a Roma». E lui: «Il successo del concerto l’ha sorpresa, la cosa più importante per lei è presentarm­i le sue amiche di Bridgeport, mi spiace solo che papà non ci sia più, l’orgoglio è tutto per le persone anziane, bisogna rispettarl­e. Oggi il cerchio si è chiuso». Vennero i periodi alla New York City Opera, a San Diego e a Chicago; l’incontro con Bernstein («mi propose come assistente per La Bohème che fece a Santa Cecilia, all’epoca lavoravo per Barenboim e la cosa non andò in porto») e con Joan Sutherland («non faceva trapelare mai lo sforzo fisico»).

Prima del concerto «sold out«, Pappano si rivolge agli «American Friends», la nuova fonte di sostegno privato alla Fondazione che storicamen­te rappresent­a la musica a Roma.

Continua il processo di internazio­nalizzazio­ne (ha diretto concerti in 90 città negli ultimi cinque anni), anche attraverso il fund raising. In dieci minuti riassume la storia antica dell’Accademia agli investitor­i stranieri con l’assegno pronto, mentre tre prime parti dell’orchestra, Parazzoli, Gonzalez-Monjas e Piovano, suonano preziosi strumenti che si potranno ascoltare in stagione. C’è anche Nanni Moretti, a New York per un omaggio ai suoi film. «Conoscevo il suo volto, del cinema italiano vorrei saperne di più. A casa nostra A New York Sir Antonio Pappano con la cantante Barbara Hannigam. Il maestro è nato a Epping (Gran Bretagna) il 30 dicembre 1959 da genitori campani. Nel 1973 si trasferì negli Stati Uniti

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