Corriere della Sera

La parabola di Leo, l’ex BBC diventato il simbolo delle difficoltà

- Monica Colombo

MILANO Sarebbe dovuto essere il simbolo della rinascita, la pietra angolare su cui costruire un nuovo ciclo rispondend­o allo strapotere della Juventus. Si è trasformat­o ieri, dopo 9 giornate giocate complessiv­amente sotto tono, nel simbolo della crisi del Milan. Primo certo, ma della colonna di destra della classifica.

Cosa sta succedendo a Leonardo Bonucci, ex colonna della BBC, costretto ad abbandonar­e il campo prima della mezzora per aver allargato il gomito sulla faccia di Rosi?

Laddove sorvola in un primo momento l’arbitro Giacomelli, interviene la Var. Bonucci guarda le immagini, rivede se stesso al minuto 22 quando sugli sviluppi di una punizione calciata da Calhanoglu battaglia in area con l’esterno del Genoa. Quando l’arbitro estrae il cartellino rosso, Bonucci pare incredulo. Lascia il campo mentre lo stadio lo acclama, per riapparire nel secondo tempo in camicia bianca dietro la panchina. Ai margini, un po’ come accadde a febbraio quando Allegri per punizione a Porto lo confinò su uno sgabello in tribuna. «Pentiti della partenza di Bonucci? Ha scelto lui di andare via» ha dichiarato Beppe Marotta, senza rimpianti.

Il Milan per strapparlo ai bianconeri ha speso 42 milioni, legandosi con un contratto di 5 anni da 10 milioni compresi i bonus. Lo ha reso il simbolo del nuovo corso affidandog­li la fascia che via via ha cominciato a essere sempre più pesante. Un conto è condivider­e responsabi­lità con altri campioni, un altro è sopportare la pressione di dover rispondere per primo dei successi ma pure delle sconfitte. Tanto che schiacciat­o da troppe critiche, dopo la sconfitta con la Sampdoria Bonucci ha rimesso la fascia. «Se il problema sono io, eccola», disse più o meno. Lo spogliatoi­o lo confermò ma i turbamenti son rimasti.

Di certo in questi primi mesi di nuova vita milanista ha sofferto il cambio di lavoro atletico, risultando alla fine fra i più scettici nei confronti dei metodi di Marra, il preparator­e allontanat­o da Montella. Tanto da aver suggerito alla società di

Capitano confermato Dopo la Samp: «Pronto a rinunciare alla fascia». Ma i compagni l’hanno riconferma­to

acquistare nuovi macchinari per la forza.

Ieri nello spogliatoi­o era rabbuiato, non si era accorto di aver commesso un fallo così grave. «Non era un fallo intenziona­le, Leo era dispiaciut­o — ha spiegato Montella —. Non guarda il difensore, ha cercato di prendere posizione con il gomito. Io mi sono costruito una carriera così: son convinto che se Rosi non fosse rimasto ferito, non sarebbe stato punito in questo modo». Se l’arbitro nel referto ha ravvisato gli estremi di condotta violenta, Leo rischia tre giornate di squalifica: di certo salterà la Juventus sabato. E dire che non beccava un rosso diretto dalla stagione 2010-2011, l’unico nei sette anni torinesi. I bei tempi di «sciacquate­vi la bocca».

 ??  ?? Crollo Sopra il fermo immagine della gomitata di Bonucci a Rosi, costata il rosso diretto al difensore milanista Sotto, tutto il disappunto dell’a.d. Fassone e del d.s. Mirabelli (Photo Masi, Ipp)
Crollo Sopra il fermo immagine della gomitata di Bonucci a Rosi, costata il rosso diretto al difensore milanista Sotto, tutto il disappunto dell’a.d. Fassone e del d.s. Mirabelli (Photo Masi, Ipp)

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