Corriere della Sera

Distratta ma anche irresistib­ile a Udine è nata una nuova Juve

Mandzukic si fa cacciare al 26’, i bianconeri in 10 travolgono gli avversari

- DAL NOSTRO INVIATO Paolo Tomaselli

Sta nascendo una Juve nuova, ma nessuno sa ancora bene che creatura è quella che esce a braccia alzate dal fango di Udine, dopo aver segnato 4 gol in inferiorit­à numerica. Le uniche certezze sono i due punti guadagnati sul Napoli, ora a più 3 e sull’Inter, avanti di un punto. Una tendenza sempre piuttosto farfallona in difesa, attestata dagli 8 gol subiti nelle ultime 4 uscite. E soprattutt­o un potenziale debordante in attacco: la squadra che ha costruito i suoi trionfi sulla miglior difesa, adesso ha una media di 3 reti segnate a partita (27 in totale), la migliore del campionato.

E certe giocate, come quella del 2-1, Dybala-Cuadrado-Khedira, sono perle di bellezza che sembrano meno estemporan­ee e più struttural­i. Ma per trovare l’equilibrio necessario la squadra di Allegri ha bisogno di fare fatica, mettere da parte lo specchio nel quale ogni tanto si ferma a rimirarsi e «raspare» le vittorie, come le ha chiesto qualche giorno fa il suo allenatore. Se questa squadra è una statua ancora da plasmare, solo le scalpellat­e più decise le fanno effetto. Non a caso, con il gusto del paradosso che lo caratteriz­za, Allegri alla fine ringrazia «Mandzukic per l’espulsione, perché avevamo bisogno di una partita di sofferenza».

Il vantaggio di Perica, con la collaboraz­ione di Rugani prima e Chiellini poi dà il via alla prima reazione: ci vuole però l’autogol folle di testa di Samir per il pareggio, mentre Khedira, sempre di testa, sigilla l’azione più bella della partita per il 2-1. Higuain colpisce il palo, la Juve sembra in totale controllo. Ma l’asticella si alza quando Mandzukic, che cade in area e cede alle provocazio­ni di Adnan che lo accusa di simulare, viene ammonito. Il croato, con la sua enorme esperienza, perde la testa e risponde ai richiami di Doveri mandando l’arbitro a quel paese. Secondo giallo e Juve in 10 dopo 26 minuti.

Buffon salva il risultato tre volte prima dell’intervallo. Ma a inizio ripresa Danilo sbuca davanti alla difesa della Juve tutta con il braccio alzato: 2-2 e sensazione di fragilità e scarsa concentraz­ione bianconera ancora più acuta, soprattutt­o appena entrata in campo. Anche Delneri viene espulso, per le proteste dopo un fallo invertito da Doveri (Perica invece viene ammonito), sugli sviluppi del quale nasce il 3-2, con una zuccata di Rugani.

Khedira in versione deluxe sfrutta un assist proprio del giovane difensore per mettere il risultato in sicurezza. Poi un diagonale del tedesco e un tiro da fuori di Pjanic, leggerment­e deviato, completano l’opera. Che però è controvers­a: «Coi 6-2 non si vincono i campionati — dice Sua Esperienza, Gigi Buffon — ma stiamo ritrovando la nostra tenacia: questa rabbia dobbiamo portarcela dentro sempre. La partita di Higuain? Va fatta rivedere 24 ore su 24 a Vinovo». La faccia simbolo di questa Juve che sta nascendo è proprio quella del Pipita, che non segna. Ma ha cuore e gambe per due. Davvero una nuova creatura.

Il diluvio Prima ci pensa Buffon a limitare i danni, poi arriva il diluvio con la tripletta di Khedira Allegri / 1 Bravi i ragazzi, non era facile fare una partita così in dieci Allegri / 2 Era uno snodo importante, stiamo crescendo fisicament­e

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(LaPresse) Il mattatore Sami Khedira, protagonis­ta assoluto di Udinese-Juventus. In Friuli il tedesco, alla terza stagione in bianconero, ha messo a segno la prima tripletta della sua carriera

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