Distratta ma anche irresistibile a Udine è nata una nuova Juve
Mandzukic si fa cacciare al 26’, i bianconeri in 10 travolgono gli avversari
Sta nascendo una Juve nuova, ma nessuno sa ancora bene che creatura è quella che esce a braccia alzate dal fango di Udine, dopo aver segnato 4 gol in inferiorità numerica. Le uniche certezze sono i due punti guadagnati sul Napoli, ora a più 3 e sull’Inter, avanti di un punto. Una tendenza sempre piuttosto farfallona in difesa, attestata dagli 8 gol subiti nelle ultime 4 uscite. E soprattutto un potenziale debordante in attacco: la squadra che ha costruito i suoi trionfi sulla miglior difesa, adesso ha una media di 3 reti segnate a partita (27 in totale), la migliore del campionato.
E certe giocate, come quella del 2-1, Dybala-Cuadrado-Khedira, sono perle di bellezza che sembrano meno estemporanee e più strutturali. Ma per trovare l’equilibrio necessario la squadra di Allegri ha bisogno di fare fatica, mettere da parte lo specchio nel quale ogni tanto si ferma a rimirarsi e «raspare» le vittorie, come le ha chiesto qualche giorno fa il suo allenatore. Se questa squadra è una statua ancora da plasmare, solo le scalpellate più decise le fanno effetto. Non a caso, con il gusto del paradosso che lo caratterizza, Allegri alla fine ringrazia «Mandzukic per l’espulsione, perché avevamo bisogno di una partita di sofferenza».
Il vantaggio di Perica, con la collaborazione di Rugani prima e Chiellini poi dà il via alla prima reazione: ci vuole però l’autogol folle di testa di Samir per il pareggio, mentre Khedira, sempre di testa, sigilla l’azione più bella della partita per il 2-1. Higuain colpisce il palo, la Juve sembra in totale controllo. Ma l’asticella si alza quando Mandzukic, che cade in area e cede alle provocazioni di Adnan che lo accusa di simulare, viene ammonito. Il croato, con la sua enorme esperienza, perde la testa e risponde ai richiami di Doveri mandando l’arbitro a quel paese. Secondo giallo e Juve in 10 dopo 26 minuti.
Buffon salva il risultato tre volte prima dell’intervallo. Ma a inizio ripresa Danilo sbuca davanti alla difesa della Juve tutta con il braccio alzato: 2-2 e sensazione di fragilità e scarsa concentrazione bianconera ancora più acuta, soprattutto appena entrata in campo. Anche Delneri viene espulso, per le proteste dopo un fallo invertito da Doveri (Perica invece viene ammonito), sugli sviluppi del quale nasce il 3-2, con una zuccata di Rugani.
Khedira in versione deluxe sfrutta un assist proprio del giovane difensore per mettere il risultato in sicurezza. Poi un diagonale del tedesco e un tiro da fuori di Pjanic, leggermente deviato, completano l’opera. Che però è controversa: «Coi 6-2 non si vincono i campionati — dice Sua Esperienza, Gigi Buffon — ma stiamo ritrovando la nostra tenacia: questa rabbia dobbiamo portarcela dentro sempre. La partita di Higuain? Va fatta rivedere 24 ore su 24 a Vinovo». La faccia simbolo di questa Juve che sta nascendo è proprio quella del Pipita, che non segna. Ma ha cuore e gambe per due. Davvero una nuova creatura.
Il diluvio Prima ci pensa Buffon a limitare i danni, poi arriva il diluvio con la tripletta di Khedira Allegri / 1 Bravi i ragazzi, non era facile fare una partita così in dieci Allegri / 2 Era uno snodo importante, stiamo crescendo fisicamente