Marchionne: «Non cambio nulla, la stabilità è fondamentale»
AUSTIN Lo davano in arrivo. E al Circuito delle Americhe, Sergio Marchionne si è effettivamente presentato, parlando del recente passato, del presente e del futuro della Ferrari. Il fastidio per quanto accaduto ultimamente c’è e la frase che lo definisce è colorita: «Il casino è iniziato a Monza ed è proseguito dopo». Ma prima del Gp degli Usa la fiducia non aveva disalberato: «Gli errori sono stati compresi: basta non ripeterli. Le chance di vincere il titolo ormai sono poche, ma sarebbe bello se arrivassimo ad Abu Dhabi ancora in corsa».
Nell’idea presidenziale gli ultimi Gp devono essere prima un’occasione per non demordere («Nel passato, a metà campionato, si guardava già all’annata successiva: scelta criticabile») e poi un laboratorio: «Nel 2018 non dovremo più avere i problemi avuti nella stagione». È escluso, comunque, un distinguo alla voce responsabilità: «Vettel sa di aver fatto delle cavolate, ma alcuni sbagli sono del team». Meglio guardare avanti. Sull’onda lunga del futuro in arrivo, ecco la smentita dei gossip circa nuovi assetti nel team: «Questo gruppo ha ottenuto risultati importanti, nonostante qualche errore. Non si rompano le scatole parlando di cambiamenti: la stabilità è fondamentale, l’abbiamo cercata confermando sia Sebastian sia Kimi, Non voglio parlare d’altro».
Proprio Vettel è l’asset di riferimento. Per capirlo, basta domandare a Marchionne del rinnovo tra Max Verstappen, un pilota che a lui piace, e la Red Bull. «Verstappen? Più importante è appoggiare Sebastian. Peraltro, sto guardando tutti. E abbiamo due piloti della nostra Academy che sono eccezionali: vedremo di piazzarli in una F1 in ricambio generazionale».
Già, la F1. Liberty Media,
Errori di tutti Sebastian sa di aver fatto delle cavolate, ma altre volte ha sbagliato il team: errori da non ripetere
nuovo gestore, ha in animo novità su vari fronti, dai soldi, al marketing, ai nuovi motori (tema critico). Sui propulsori, Marchionne fa capire che non sarà una passeggiata di salute: «Ho ricordato la nostra posizione, che è condivisa dalla Mercedes. Le conoscenze e la tradizione tecnica di una Ferrari non possono essere annullate nel nome della riduzione dei costi. Sono il primo a dire che spendiamo troppo, ma non si può azzerare il Dna nostro e della F1. Vi anticipo, però, che ci sarà da litigare».