Per vedere il meglio di Lewis è servita la rivalità con Seb
Onore a Hamilton, al netto del tifo, della simpatia. Capace com’è di conservare uno stato di grazia luminoso per centinaia di chilometri, per una lunga serie di corse tirate. Battere un campione così, sostenuto da una Mercedes che non smette di crescere, costituisce impresa fuori media. Il che può valere come premio di consolazione per la Ferrari e per Vettel che a Hamilton hanno chiesto di tirar fuori dal suo cilindro magico ogni ingrediente utile per fare lo show. A differenza di quanto accadde lo scorso anno, quando Nico Rosberg, nel ruolo di avversario principale, venne sottostimato e, alla fine, sottovalutato. Un errore che questo ragazzo, capace di divertire nell’infrasettimanale, ballando seminudo, giocando con le moto d’acqua o da neve, con i suoi onnipresenti cagnolini, i tatuaggi, i catenoni al collo, con uno stile di vita esuberante, ha evitato di ripetere nel momenti della sfida con un altro biondino, il biondino della Ferrari. Mesi e mesi di alta qualità, con rari coni d’ombra, con una determinazione impressionante, la stessa che ha mostrato ieri nel quando ha messo in scacco un altro compagno di viaggio minaccioso, Max Verstappen, dribblato con una classe che domina ogni foga. Forte. Mentalmente, oltre che tecnicamente attrezzato. Il che rende più accettabile la sconfitta, più sterili le discussioni sulle candele saltate, più utile un rilancio delle energie per le sfide future. Ma ora, pur senza proclamazioni ufficiali è il momento di applaudire chi più merita.