Vincitori e vinti
«Celebration», una sfilata di cover che si perde nei superlativi
Sotto la cover niente. È questa l’impressione che rimane dopo aver seguito le prime due puntate di Celebration, il nuovo show musicale del sabato sera di Rai1, condotto da Neri Marcorè e Serena Rossi con la partecipazione di Ernesto Assante, giornalista e critico musicale.
L’idea di fondo, molto slabbrata, è convocare sul palco vari artisti (tutti nel Pantheon di Rai1, da Fausto Leali a Ermal Meta passando per Alex Britti e Paola Turci) per fargli interpretare grandi successi della musica pop italiana e internazionale, scelti di volta in volta in omaggio a un «tema». Il risultato è una sfilata di cover senza struttura: in pratica la serata speciale del Festival di Sanremo trasformata in un programma autonomo, senza averne propriamente la forza. In realtà la sensazione è che Celebration sia nato, più che per glorificare i grandi successi della musica, proprio per celebrare una serie di virtuosismi, quello di Serena Rossi nel canto, quello di Neri Marcorè (che però sembra un po’ a disagio, come se non avesse sposato il progetto al cento per cento) nell’interpretazione «autoriale» dei pezzi, quello di Assante nel mettere in luce i suoi buoni rapporti con gli artisti e la sua cultura musicale.
In realtà le sue «lezioni» di commento ai pezzi interpretati in studio e alla storia della musica devono essere parse un po’ prolisse, perché nella seconda puntata sono state parecchio ridimensionate: d’altra parte Ernesto Assante fa un altro mestiere, non ha lo standing da prima serata.
Quando il critico civetta troppo con la materia che analizza, il rischio è che subentri presto «l’effetto Mollica», ovvero che, per stare dentro il contesto di un grande show di Rai1, tutto diventi un trionfo di superlativi: ogni interpretazione riuscitissima, ogni artista bravissimo, ogni canzone un «capolavorissimo». Ernesto Assante, tendenza Mollica, è l’ultima frontiera del critico prestato alla tv (pronto per Tv Talk).