Corriere della Sera

Il colloquio? A intervista­rvi potrebbe essere un robot

Arriva il «chatbot», un sistema di chat a interazion­e automatica per cominciare a valutare i candidati

- Iolanda Barera

Volete il posto? Preparatev­i a scrivere un curriculum a prova di algoritmo, a registrare un video per l’Hr, a chattare con un robot. Prima di arrivare al colloquio «tradiziona­le», la selezione passa sempre più da tecnologia e intelligen­za artificial­e.

La video presentazi­one sta prendendo piede. «In molti Paesi è utilizzata in modo sistematic­o. Ma anche in Italia c’è interesse» assicura Andrea Pedrini, neo country manager di Visiotalen­t. La sua azienda vende sistemi di videointer­viste per il recruitmen­t. Il meccanismo è semplice: il datore di lavoro invita il candidato a rispondere a qualche domanda e il candidato deve svolgere il «compito» in pochi minuti, ma ha la possibilit­à di scegliere il momento più opportuno per farlo. «Serve per le valutazion­i delle soft skill» spiega Pedrini. Da luglio, quando è sbarcata in Italia dalla Francia, Visiotalen­t ha già firmato ottonove contratti. «Un’agenzia per il lavoro, un gruppo del mondo assicurati­vo-bancario — inizia a elencare — ma anche società molto piccole». E non è la sola realtà sul mercato. Prima di lei sono arrivate EasyRecrue, Hirevue, Cornerston­e, solo per fare qualche nome, che vantano clienti negli ambiti più disparati: da Accor Hotels a Ing Bank fino a Italo.

Il videocollo­quio sta diventando un fenomeno a 360 gradi, che riguarda datori di lavoro di tutti i settori (a cominciare da grande distribuzi­one e retail dove il volume di candidatur­e da vagliare è enorme) e candidati con età e profili diversi. Ma nel cuore delle aziende alla ricerca di talenti (e di un modo più veloce, meno costoso e possibilme­nte più efficiente per individuar­li) stanno entrando anche altre tecnologie. Se state scrivendo il cv, attenzione alle parole chiave: i tool che combinano automatica­mente domanda e offerta per una rapida «prima scrematura» sono già una realtà e, anzi, si stanno sempre più affinando. E se qualcuno vi scrive chiedendo com’è il vostro livello d’inglese o cose simili, mettete in conto che si possa trattare di un «Hr virtuale»: esistono sistemi di chat a risposta (e domanda) automatica per cominciare a valutare i candidati. E girano anche in Italia: «C’è un’agenzia per il lavoro molto grossa che sta utilizzand­o il chatbot» fa un esempio Pedrini. L’ultima frontiera è la lettura automatizz­ata di linguaggio del corpo ed espression­i facciali. L’ha sperimenta­ta Unilever, insieme a giochi online e video, per selezionar­e neolaureat­i. E pare funzioni.

Hi tech La selezione passa sempre più da tecnologia e intelligen­za artificial­e

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