Cartoline ambientaliste dai Caraibi di plastica
Honduras, una fotografa denuncia il degrado dell’ecosistema: «Fermiamo l’inquinamento» Sono 690 le specie a rischio
Roatán è un’isola al largo dell’Honduras, sopra la barriera corallina. La fotografa Caroline Power invece di mare azzurro, delfini e tartarughe ha trovato un mare di plastica che arriva dalla terraferma. Con i suoi scatti manda un messaggio: «Fermiamo l’inquinamento».
Roatán non è Rotterdam o Porto Marghera, non galleggia sul famigerato Vortice dei Rifiuti che sta nell’Oceano Pacifico: è un’isola al largo dell’Honduras, incastonata sopra una barriera corallina che è la seconda al mondo dopo quella australiana. La fotografa Caroline Power si aspettava di trovarvi, come da copione caraibico, solo distese azzurre, delfini e tartarughe. Invece si è trovata circondata (disgustata) anche da un mare di plastica. E da quel mare ci manda un messaggio: «Fermiamo l’inquinamento. Pensiamo a dove finisce la plastica che usiamo nella vita di tutti i giorni». Quella che si vede in queste foto viene dalla terraferma, dal vicino Guatemala: la stagione delle piogge fa scivolare a valle fiumi di rifiuti, che le correnti condensano e raccolgono in enormi isole alla deriva, là dove una volta pirati e bucanieri nascondevano i loro tesori. Lo sanno anche i bambini che la plastica, mega o micro (inferiore ai 5 millimetri), minaccia la vita degli Oceani: sono 690 le specie a rischio per la spazzatura, come le tartarughe che si strozzano con i sacchetti scambiandoli per gustose meduse. Dal Mediterraneo (dove nuotano 250 miliardi di frammenti di microplastica) ai Caraibi. Se si continua così, secondo l’ultimo rapporto di Ocean Conservancy, tra otto anni nelle acque del mondo ci potrebbe essere una tonnellata di plastica ogni tre tonnellate di pesce. E quanto a longevità non c’è storia: il «delfino naso di bottiglia» che abita nei dintorni di Roatán vive in media 30 anni, una bottiglia di plastica resiste al degrado per secoli.
La cosa peggiore sarebbe abituarsi all’idea (alle immagini) di questa spaventosa insalata di mare, alle posate galleggianti, ai giochi cromatici che ci regala la barriera di spazzatura corallina al tramonto. La specie umana, si sa, ha grandi capacità di adattamento (specie quando ne fa pagare il prezzo alle altre). Si potrebbe anche immaginare, tra un paio di decenni, un mondo in cui le compagnie di viaggio organizzeranno tour attraverso i vari Trash Vortex che tappezzeranno gli Oceani (dove i rompighiaccio serviranno a rompere il pack del domopak). La fotografa Caroline Power non ci sta a questa visione e ci manda un messaggio. In bottiglia.