Corriere della Sera

Striscioni sui lager, estorsioni e minacce La vita violenta degli ultrà Irriducibi­li

- Fabrizio Caccia

ROMA «Adesso in Curva Nord ci sono le nuove generazion­i, io ormai ho 52 anni e mi sono ritirato, perlopiù gioco a tennis...», dice Fabrizio Toffolo, brutte storie alle spalle di carcere e droga, gambizzato due volte da ignoti nel 2007 e nel 2013. Toffolo è stato a lungo il capo assoluto degli «Irriducibi­li» della Lazio insieme al suo coetaneo Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, confinato attualment­e a Grottaferr­ata con l’obbligo di soggiorno per una storia di narcotraff­ico pesante sulla rotta spagnola risalente al 2011.

«Ai miei tempi — continua Toffolo — quando portavo ancora l’elmetto, noi in curva realizzamm­o striscioni assai peggiori degli adesivi con Anna Frank che oggi tanto vi scandalizz­ano...». E allude certamente a quello più terribile, «Auschwitz la vostra patria, i forni le vostre case», esposto all’Olimpico in un derby del ’99. Ma ora in Curva Nord, sebbene lo stile non sia cambiato, comandano i nuovi capi: Alessandro Marongelli, detto il Cinese, 35 anni, ex gruppo ultrà «Banda Noantri», che già giovanissi­mo nel 2004 si mise in evidenza partecipan­do a scontri con la polizia sulla via Tiburtina. Eppoi Franchino, Momme, Pluto (che ha una pompa di benzina nei pressi di Latina). E, ancora, Alessandro il Tonno, quello che la domenica allo stadio lancia i cori col megafono.

Non hanno mai amato giornali e giornalist­i: «Abbiamo aiutato i terremotat­i a L’Aquila e ad Amatrice, siamo andati a Nizza e abbiamo onorato i caduti della strage dell’Isis, ma i media ci hanno sempre ignorato», contrattac­cano. Così, quello che hanno da dire lo dicono solo a Radio Sei nel loro programma «La Voce della Nord». Oppure sui social, Facebook soprattutt­o, dove con grande soddisfazi­one hanno subito postato ieri sera (sul profilo di «Elite Romana») il messaggio di solidariet­à degli ultrà dell’Ascoli (Ultras 1898) prima di Ascoli-Spezia («Questa sera gli ultras della Curva Sud entreranno nel settore dopo il minuto di riflession­e deciso dalla Lega. Non vogliamo essere complici di un teatrino mediatico e istituzion­ale»). Lo zoccolo duro è formato da 300 ragazzi, ma la Nord è grande e gli ultrà laziali in tutto sono quasi 8 mila: «San Basilio», «Cml ’74», «Romana Gioventù» e poi, in alto a destra, quelli di «Manipolo», con la loro pezza più nota («È gradito l’abito nero»). Cinquanta i Daspo in vigore.

Il 18 ottobre scorso c’è stata una grande festa nella nuova sede di via Amulio per i 30 anni del gruppo. Ma ai tempi di Sergio Cragnotti, gli «Irriducibi­li» di Toffolo e Diabolik («Quelli che il calcio te lo danno in bocca», il loro vecchio slogan) erano davvero una potenza economica: 15 negozi in franchisin­g, un milione di euro di fatturato col loro marchio «Original Fans» stampato su sciarpe, felpe e magliette, merchandis­ing in regime di quasi monopolio. Poi venne Lotito nel 2004, chiuse i rubinetti e la pacchia finì. Il giorno che Piscitelli si presentò a lui, gli disse: «Piacere, io sono Diabolik». Il presidente, senza scomporsi, replicò: «E io sono l’ispettore Ginko».

Così arrivarono lo sciopero del tifo, le bombe carta, il letame, le lettere minatorie. Ma la Digos intercetta­va tutto e alla fine, il 13 ottobre del 2006, scattarono le manette per Piscitelli, Toffolo e altri sette: minacce e tentata estorsione. Tutti condannati in primo grado, si attende ancora il giudizio d’appello.

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