Pirozzi: in corsa nel Lazio? Solo se la politica toglie i mocassini
Dallo ius soli al sisma, il «manifesto» del sindaco di Amatrice. I big della destra (e Zingaretti) al lancio del suo libro
Allora Pirozzi, si candida? Ride: «Leggete il libro, è bello e servirà a raccogliere fondi per tre onlus, una del Nord, una del Centro e una del Sud».
Alla fine la sorpresa c’è stata. Alla presentazione della sua fatica letteraria (La scossa dello scarpone) il sindaco di Amatrice non ha annunciato la sua candidatura a governatore della Regione Lazio, a dispetto di quello che aveva lasciato presagire sapientemente nei giorni scorsi, ottenendo una ressa di cronisti, una platea piena zeppa, ma soprattutto una prima fila che nemmeAllora no ad Atreju. C’era Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia con cui il giovane Pirozzi si candidò e vinse la poltrona di sindaco di Amatrice nel 2008, ma anche Nicola Zingaretti, candidato pd alla Regione Lazio. C’erano Matteo Salvini, impegnato in cinguettii con Elisa Isoardi che presentava il libro, Francesco Storace e Gianni Alemanno.
Ai futuri elettori, ma soprattutto al centrodestra che ancora tace sulle Regionali, tanto da aver fatto balenare nei retroscena l’ipotesi di un accordo bipartisan per appoggiare Zingaretti, Pirozzi ha di fatto scandito il suo manifesto politico. «È troppo facile dire sono tutti ladri, tutti zozzoni. Bisogna impegnarsi. Mettersi gli scarponi, non i mocassini che indossa la politica. Fare squadra. Fare le cose concrete. se è questo quello che mi si chiede, dirò sì», ha detto il sindaco-allenatore. Dunque si candiderà? «Tra quindici giorni qualcosa dirò».
Intanto Pirozzi rivendica le scelte vincenti sul terremoto e la «contea» con cui finanzierà le aziende familiari escluse dal decreto. Stigmatizza lo «sciacallaggio sulla scuola di Amatrice con cui hanno tentato di impallinarmi». Ricorda la sua politica prima del terremoto in favore dei borghi dimenticati, degli ospedali delle zone disagiate e dell’amatriciana senz’aglio. E attacca. Lo ius soli? «Anacronistico: c’è chi non arriva a fine-mese». L’apologia del fascismo? «Fa ridere i polli». Ma prefigura convergenze: «Come per il terremoto si possono trovare su temi importanti come europa, identità, difesa delle autonomie. E i confini del nostro territorio, che non può essere un posto dove ognuno arriva e fa come gli pare». Infine Pirozzi si emoziona per il suo assessore Bruno Porro, che «malgrado avesse perso padre e madre nel sisma restò accanto a me a riconoscere i morti». Applausi e alla prossima puntata.
Scioglierò tra 15 giorni la riserva su una mia candidatura alla Regione Mi interessa fare squadra e occuparmi di cose concrete