Il pensiero Xi di
Il leader cinese entra nella Carta del partito comunista dopo Mao e Deng Tra le prescrizioni: porre fine a feste, cene, viaggi, doni dei funzionari Significa «il pensiero di Xi Jinping», ovvero le sue teorie politiche originali inserite nella Costituzion
Grande Sala del Popolo di Pechino. Una voce fuori campo legge: «Il Congresso ha deciso che “Il Pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era” deve entrare tra le linee guida nella Costituzione del Partito comunista». Segue un lungo elenco di prescrizioni e programmi, politici, economici, militari, sociali, ambientali. Al banco dei membri del Plenum (41 con due sole donne) tutti ascoltano e prendono appunti, seduti quasi in punta di sedia. Solo Xi è appoggiato all’indietro sulla poltroncina rossa, quasi come un imperatore sul trono.
Si passa al voto. Davanti alla stampa i 2.300 delegati, i membri del Comitato centrale e quelli del Plenum mettono in scena una rappresentazione teatrale di democrazia con caratteristiche cinesi. Si decide per alzata di mano. Si levano tutte insieme. Contrari? «Mei You!», «Nessuno!», si è sentito rispondere sette volte dai sette spicchi in cui è divisa la sala che si affaccia su Piazza Tienanmen.
Risuona l’Internazionale, il 19° Congresso finisce e inizia lo Xiismo: accanto a quelli di Karl Marx, Mao Zedong e Deng Xiaoping da oggi nella carta fondamentale del comunismo cinese è iscritto il Pensiero di Xi. Con la differenza che la Teoria di Deng entrò nella costituzione solo dopo la sua morte. Xi invece a 64 anni è nel pieno delle sue forze.
L’agenzia Xinhua annuncia che lo «Xi sixiang», il Pensiero costituzionale di Xi, si compone di 14 Principi. Alcuni concreti, altri visionari, non manca l’ideologia purissima e quelli identificati da numeri, che sono una mania della politica cinese, come gli acronimi di quella anglosassone.
I Quattro comprensivi
Sono l’ordine di «promuovere il completamento comprensivo di una società moderatamente prospera, l’approfondimento della riforma (sempre comprensiva), la promozione dello stato di diritto (comprensivo naturalmente) e la gestione rigorosa e comprensiva del Partito».
Cinque in Uno
Sono i preparativi per la costruzione dell’economia, della politica, della cultura, della società, della civiltà ecologica.
Quattro venti contrari
Naturalmente «da fermare»: sono formalismo, burocrazia, edonismo e stravaganza: sono drammaticamente concreti perché 1,3 milioni di membri e funzionari che si sono fatti trasportare da quei quattro venti sono finiti nella rete della Commissione di Wang Qishan.
Otto attitudini da costruire
Si va dalla diligenza e la frugalità al miglioramento della stampa (e intanto la censura si fa più stretta).
Otto prescrizioni
Il numero otto porta anche fortuna in Cina: sono ordini precisi per porre fine alla brutta abitudine di spendere denaro pubblico per feste di Partito, cene, viaggi, doni e auto-doni.
Due centenari da onorare
Nel 2021, un secolo dalla fondazione del Partito, con una «società moderatamente prospera»; nel 2049, i cent’anni dalla proclamazione della Repubblica popolare, la Cina dovrà essere «ricca, forte, armoniosa, moderna, sempre socialista e anche bella».
Una cintura e una strada
È il progetto di aprire nuove Vie della seta per rotte commerciali globalizzate che partiranno dalla Cina.
Una comunità del destino condiviso
È uno slogan di Xi che promette di coinvolgere il resto del mondo con una strategia che soddisfi non solo gli interessi nazionali ma anche le necessità di tutti i Paesi.
Tre severità e Tre verità
Sono ordinate ai dirigenti affinché siano rigorosi nella morale e nell’uso del potere; per questo serve verità.
Due studi e Uno sforzo
I quadri devono studiare la Costituzione comunista e le sue regole e sforzarsi di migliorare sempre per raggiungere la purezza e non delegittimare il Partito-Stato.
Uno è il Sogno cinese
È il «grande ringiovanimento della nazione» e si tratta della prima visione espressa da Xi nel 2012, all’alba del suo potere oggi assoluto e indiscutibile.
Due approcci «olistici»
Il riferimento e alla sicurezza nazionale e alla riforma. Dietro l’aggettivo olistico si può immaginare molto.
Una «contraddizione principale»
Si trova di fronte alla società marxista cinese: quella tra i bisogni sempre crescenti del popolo per una vita migliore e lo sviluppo squilibrato e inadeguato.
Ultimo chilometro
Xi ha detto che le politiche camminano, il servizio al popolo si ferma alla bocca, i benefici si inceppano e spesso non finiscono nella pancia della gente. «Bisogna risolvere il problema dell’ultimo chilometro».
Naturalmente c’è molto di più nella mente di Xi Jinping, ma il progetto è chiaro: guidare la Cina in una nuova era di potenza globale. Una terza era dopo quella della costruzione della Repubblica compiuta da Mao, seguita dal lancio dell’economia voluto da Deng. In piazza un inviato della tv statale ieri mostrava alla telecamera un libretto rosso con la Costituzione comunista ed esaltava l’emendamento con lo Xi Pensiero.
Oggi, il popolo cinese è composto da più di 1,3 miliardi di persone che vivono in dignità. Il nostro partito mostra una forte, ferma, vibrante leadership. Il nostro sistema socialista dimostra grande forza e vitalità. La nostra nazione abbraccia brillanti promesse