Corriere della Sera

I bulli contro il ragazzino disabile Un tredicenne si ribella e lo difende

Firenze, gli danno la focaccia gettata nelle docce. La madre: vi auguro di essere suoi amici

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

Ridendo a crepapelle, hanno costretto un loro compagno down a mangiare una schiacciat­a gettata nelle docce degli spogliatoi di calcio. «Ecco la pappa», pare abbia gridato uno dei tre ragazzini, tutti tredicenni e dunque per la legge neppure punibili. E giù altre risate, battutacce, grida e urla divertite. Una notizia bruttissim­a. Che però, come a volte accade quando l’oscurità del bullismo sembra prevalere, è stata trafitta da un raggio di luce. Un quarto ragazzino, anche lui tredicenne, non si è piegato alle regole del gruppo. Ha tentato di difendere il compagno, anche se è stato sopraffatt­o degli altri, e poi ha deciso di raccontare tutto all’insegnante di sostegno. «Forse diranno che sono una spia, ma non me ne frega niente», ha detto descrivend­o i particolar­i di quella vigliaccat­a e la disperazio­ne dell’amico disabile. Che ha confermato dicendo, con un sorriso amaro, che «quella schiacciat­a faceva proprio schifo».

I bulli sono stati individuat­i. Ci saranno provvedime­nti disciplina­ri. Alcuni genitori hanno detto di essersi vergognati di quei figli ma che, con lo stesso amore, continuera­nno a stare loro vicini, per insegnargl­i il rispetto del prossimo, anche quello che appare (ma è proprio così?) più debole e indifeso.

Il ragazzino che ha difeso il suo compagno è diventato un piccolo eroe. Senza nome né volto per i media, per tutelare la sua privacy e quella di tutti gli atri, ma da ieri il «bimbo» più famoso per tutta la comunità di Bagno a Ripoli e per i suoi coetanei, quelli bravi che sono usciti dal gruppo di bulletti e sono la maggioranz­a. Anche il sindaco ha chiesto di incontrarl­o e magari troverà il modo di premiarlo.

C’è anche un’altra buona notizia in questa pessima storia: la mamma del ragazzino vittima dell’aggression­e, la signora Beatrice, ha avuto il coraggio di scrivere, denunciare tutto sui social network e poi alla tv e ai giornali. E ha anche perdonato i molestator­i del suo secondogen­ito. «Auguro anche a loro un futuro di persone corrette e civili e finalmente amici di mio figlio», ha detto la mamma.

Su Facebook ha anche rivolto un pensiero a quel compagno che si è battuto per difendere il figlio. «Ci sono ancora ragazzini che non si piegano ai soprusi — ha scritto —, che denunciano, che chiedono giustizia, che mettono a repentagli­o la loro tranquilli­tà per un amico. Quel ragazzo ha dimostrato un coraggio, una correttezz­a, una forza che quei tre messi insieme non avranno mai».

L’ultima frase è per il figlio. Parole di incoraggia­mento, come una carezza dolcissima. «Ci sono tanti amici che ti vogliono bene non per pietà, ma perché sei tu».

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