La scheda
Tanti scienziati italiani sono attori di primo piano nei laboratori più importanti del mondo conquistando importanti scoperte. «È un fatto positivo che dimostra come le loro eccellenti capacità li abbiano portati ad occupare posizioni di prestigio e di grande responsabilità» nota Fulvia Mangili, direttrice del Festival della Scienza di Genova. Un prestigio conquistato sul campo, con i loro risultati, lasciando un segno in svariati ambiti della ricerca. Alla rassegna genovese, tra i tanti ricercatori, ce ne saranno otto, in particolare, che materializzano simbolicamente questi successi, «dimostrando come i nostri scienziati siano cittadini del mondo», sottolinea Mangili. E meritano di essere conosciuti.
Federico Faggin e il microprocessore
Ha un posto nella Hall of Fame, il pantheon americano degli inventori. A trent’anni già viveva nella Silicon Valley e nel 1971 ha realizzato per l’Intel il primo microprocessore al mondo capace di riunire la potenza di un computer in un chip: «Lavoravo all’Olivetti e lì costruii il mio primo computer». Vicentino di origini, la sua genialità lo porta all’ideazione di tecnologie con le quali oggi conviviamo, come il Touch screen. «Un giovane a vent’anni deve partire, imparare, inventare. Ci vuole coraggio». Ora vive in California.
Andrea Musacchio e la divisione cellulare
Da sei anni dirige il Dipartimento del Max-Planck Institute di Dortmund (Germania) dove si studiano i meccanismi molecolari delle cellule, soprattutto come si dividono, aiutando a spiegare l’invecchiamento o la nascita di un tumore. «Avevo il mio laboratorio allo Ieo ma ho ricevuto un’offerta imperdibile. Ora dirigo ricerche con risorse generose e posso esplorare progetti a lungo termine senza l’ansia di risultati immediati». E l’Università di Duisburg lo ha nominato professore onorario.
Massimo Altarelli e il film degli atomi
Vive ad Amburgo dove ha diretto la costruzione del Laser a elettroni liberi, la più potente macchina europea generatrice di raggi X capace di filmare e scoprire come evolve la struttura delle molecole su scala atomica. Le applicazioni vanno dalla scienza dei materiali alla ● La prima edizione del Festival della Scienza si svolse a Genova dal 23 ottobre al 3 novembre 2003. Iniziò con lectio magistralis dell’evoluzionista Niles Eldredge, del paleontologo Ian Tattersall, del genetista Luigi Cavalli Sforza, del biologo Edoardo Boncinelli e dell’astrofisica Margherita Hack
● Con un totale di 136 mila visite nei dodici giorni della rassegna, dimostrò che la scienza poteva diventare un fenomeno di massa
● Da allora sono stati affrontati i temi dell’esplorazione, frontiere, scoperta, curiosità, diversità, futuro, orizzonti, immaginazione, bellezza, tempo, equilibrio e segni biologia. Prima ha diretto macchine analoghe di potenza inferiore a Trieste e a Grenoble. «Uno scienziato vola nel posto migliore dove può fare la ricerca desiderata». Ora continua i suoi studi al Max Planck Institute, dedicandosi alle indagini sulla materia.
Monica Pepe Altarelli a caccia di particelle
È al Cern di Ginevra dal 2000 come staff permanente, ha lavorato con il Premio Nobel Jack Steinberger, ha contribuito a spiegare i neutrini leggeri e poi è approdata al superacceleratore Lhc partecipando a vari esperimenti. E da uno di questi