Corriere della Sera

Il Montepasch­i torna in Piazza Affari Allo Stato oltre il 70% del capitale

Oggi il debutto al prezzo teorico di 4,28 euro. Profumo e Viola indagati a Milano

- Federico De Rosa

Il Monte dei Paschi di Siena torna in Borsa dopo 10 mesi. Ieri la Consob ha dato il via libera all’offerta pubblica volontaria parziale di scambio e transazion­e rivolta ai titolari delle azioni ordinarie di Mps. E da questa mattina i titoli della banca senese torneranno agli scambi al prezzo teorico di 4,28 euro, in linea con il valore espresso nell’asta dei «credit default swap ». L’ultimo giorno di quotazione i titoli Mps valevano 15,08 euro. Nel documento predispost­o per la riammissio­ne, la banca avverte tuttavia che il prezzo che «si determiner­à sul Mta al riavvio delle negoziazio­ni potrebbe discostars­i anche sensibilme­nte rispetto a tale valore». Per evitare strappi nel primo giorno di quotazione la Consob ha vietato l’immissione di ordini senza limiti di prezzo.

Al valore teorico di riammissio­ne, la quota sottoscrit­ta dal Tesoro — oggi primo azionista con il 52,2%, che potrebbe salire fino al 71% — con 3,85 miliardi di euro di soldi pubblici vale 2,84 miliardi. Il Tesoro ha messo a disposizio­ne altri 1,5 miliardi per l’offerta di scambio con bond senior rivolta ai risparmiat­ori-obbligazio­nisti subordinat­i (ritrovatis­i azionisti dopo il «burden sharing»), che «partirà il 30 ottobre e, salvo proroghe, durerà fino al 17 novembre», subordinat­a alla pubblicazi­one del decreto con cui il ministero dell’Economia deve definire i criteri per il riacquisto delle azioni oggetto di scambio da parte dello stesso ministero.

Il rientro in Borsa segna una svolta importante del complesso processo di salvataggi­o del Monte, affidato a settembre dell’anno scorso all’amministra­tore delegato Marco Morelli. Processo che si concluderà con l’uscita dello Stato dal capitale del Monte, prevista entro il 2021. La data è indicata nel documento di offerta, che quantifica in 4,2 miliardi i rischi derivanti dalle richieste di risarcimen­to, ed elenca anche tutte le condizioni concordate con la Ue per il salvataggi­o di Stato: dalla riduzione delle sofferenze, all’uscita del Tesoro, prevista entro il 2021, al contenimen­to del tetto dello stipendio dei manager, fino alla cessione della collezione di opere d’arte, alla chiusura delle filiali di New York, Londra e Hong Kong e alla cessione di immobili per 500 milioni e, infine, la graduale riduzione dei titoli di Stato italiani detenuti nel portafogli­o che contiene gli asset «disponibil­i per la cessione».

Dal prospetto emerge infine che per le vicende che hanno riguardato la passata gestione «di emergenza» del Monte, la Procura di Milano ha avviato un secondo filone di inchiesta in cui sono indagati l’ex presidente Alessandro Profumo e l’ex ceo Fabrizio Viola per ostacolo alla vigilanza in merito alla vicenda dei derivati Santorini e Alexandria. I due banchieri si sono fatti interrogar­e dopo l’estate, prima della chiusura delle indagini. Ora i pm dovranno valutare se archiviare o chiedere il processo.

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