Esce da Panini Comics il terzo albo disegnato dopo l’addio di Uderzo: una corsa a tappe lungo la Penisola Asterix
dal nostro corrispondente
A bordo di una biga a forma di gallo Asterix e Obelix tornano con la terza avventura curata da Jean-Yves Ferri (sceneggiatura) e Didier Conrad (disegni), dopo l’addio alle tavole annunciato nel 2011 da Albert Uderzo. Asterix e la corsa d’Italia (Panini Comics) è il trentasettesimo album della serie venduta in oltre 370 milioni di copie in tutto il mondo, monumento del fumetto e della cultura popolare francese e non solo.
A parte qualche passata visita, rapidissima, dei nostri eroi a Roma, è la prima volta che una storia di Asterix si svolge tutta in Italia, e questo sembra avere portato fortuna perché l’album è il più riuscito del nuovo corso. Ferri e Conrad si sono scrollati di dosso un po’ dell’inevitabile impaccio iniziale e sembrano avere trovato il tono giusto, quello dei migliori Asterix dell’era Goscinny, il geniale autore di testi che assieme a Uderzo inventò l’epopea dei Galli nel 1959, sul balcone di una casa popolare di Bobigny, alla periferia di Parigi.
Morto Goscinny nel 1977, è toccato a Uderzo tenere in vita i suoi personaggi e oggi, a 90 anni, il grande disegnatore segue con attenzione il lavoro degli autori ai quali ha passato la mano, mantenendo il diritto alla supervisione e all’ultima parola.
«La nostra collaborazione è diventata molto fluida album dopo album — dice lo sceneggiatore Jean-Yves Ferri —. Quando gli abbiamo mostrato le prime pagine del primo album (Asterix e i Pitti, ndr), Albert aveva qualcosa da ridire, sia sulla storia sia sui disegni. Adesso ci offre il suo sostegno sull’insieme del progetto, e i suoi interventi sono più incoraggiamenti che critiche».
L’Italia — non solo Cesare e i romani — è protagonista per la prima volta ed è un