Corriere della Sera

Tornano tutti i conti di Agnelli ma resta aperto quello con Conte

Assemblea Juve: il presidente elogia Allegri e l’ex risponde subito da Londra

- DAL NOSTRO INVIATO Paolo Tomaselli

C’eravamo tanto odiati. E anche adesso il sentimento resta vivace: tra il presidente della Juventus Andrea Agnelli e Antonio Conte, ex capitano ed ex allenatore bianconero che lasciò la Juve al secondo giorno di ritiro nel luglio 2014, la tensione con il tempo non si è sopita: «Confermars­i è sempre più difficile, per questo ho voluto elogiare Massimilia­no Allegri e la sua capacità di portare avanti il lavoro che per altri sembrava terminato. Accettare di subentrare a chi ha già vinto 3 scudetti era la sfida più difficile» dice il numero uno juventino, in apertura dell’assemblea annuale degli azionisti bianconeri.

Gli «altri» in realtà hanno un solo nome e cognome. E non a caso, il tecnico che ha conquistat­o i primi tre scudetti di questo ciclo formidabil­e e poi se ne è andato improvvisa­mente per divergenze insanabili con la società, non ci sta. E replica a stretto giro da Londra, sul suo profilo social. «Nella vita non si finisce mai di conoscere le persone... — scrive l’allenatore del Chelsea — a volte basterebbe soltanto un minimo di riconoscen­za. E di maturità». Duro, ma conciso. E dopo tre anni e mezzo non si può dire che questo scambio di carezze tra due grandi protagonis­ti del calcio italiano non lasci perplessi.

Eppure la famigerata frase di Conte che rovinò un rapporto già logoro (quella sul «ristorante da 100 euro in cui non si può mangiare con 10 euro») tre anni dopo sembra davvero un errore di valutazion­e clamoroso, che comunque non ha impedito allo stesso Conte di provare l’esperienza in Nazionale e di vincere anche al debutto in Premier. E alla Juve di crescere ancora, sul campo e fuori con 441,5 milioni di fatturato e un utile di 42,6 che è il più alto di sempre. Le basi per continuare a dominare insomma ci sono. Ma Agnelli fotografa bene lo spirito del tempo, (LaPresse)

a cui la sua società si è già adeguata: «La domanda sulla Juve non è se continuerà a vincere. Ma: quando perderà?».

Se perderà dopo sei anni di dominio — altra domanda — sarà a causa dell’introduzio­ne della Var? «Vincere ancora in Italia e quindi conquistar­e il settimo scudetto sarà il prossimo grande obiettivo — premette Agnelli —. Gli scudetti non si vincono con la Var, ma lavorando duro, con grande rispetto delle avversarie. Non fa nessuna differenza per noi. Sono assolutame­nte favorevole a questo strumento, ma ritengo siano state commesse due leggerezze: la prima è quella di testarla su leghe così importanti come serie A e Bundesliga. Ci voleva un test market più ridotto. La seconda riguarda la comunicazi­one del protocollo di intervento, perché alcune cose ancora non si capiscono e si genera confusione».

Agnelli tocca poi anche il tema del processo sportivo relativo alla vicenda biglietti-ultrà per il quale è stato condannato, in primo grado, a un anno di inibizione, confermand­o la posizione esposta nell’audizione di fronte alla Commission­e Antimafia del maggio scorso. E poi attacca il procurator­e federale, Giuseppe Pecoraro: «Ribadisco la piena onestà e correttezz­a nei comportame­nti del sottoscrit­to e dei dirigenti coinvolti in questa amara e tragica vicenda. Confido negli ordini giudicanti che dovranno esprimersi a breve e mi rammarico per l’atteggiame­nto, il comportame­nto della Procura Federale sulla quale non è opportuno che mi esprima pubblicame­nte».

Di tutt’altro tenore le consideraz­ioni sul presidente Tavecchio: «Ha una visione chiara riguardo alla riduzione delle squadre in campionato da 20 a 18 e sulle seconde squadre. Faremo il tifo per l’Italia contro la Svezia, ma non troverei giuste le dimissioni di un presidente federale in caso di mancata qualificaz­ione». Infine una notizia positiva per i bianconeri, oltre a quelle sui conti da record: «Nell’indagine Fifa in merito al trasferime­nto di Pogba allo United la Juventus è stata assolta». Almeno l’amore per Paul, come giocatore e come plusvalenz­a da 72 milioni, resta intatto.

Attacco alla Procura Vittorie, fatturato e utile record, attacco alla Procura federale e appoggio a Tavecchio

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Presidente Andrea Agnelli, 41 anni, alla guida della Juve dal 2010

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