Corriere della Sera

Lazio e Shoah, è tutto grottesco

- Di Alessandro Piperno

La Shoah è una spina che mi affligge fin da ragazzo. E la Lazio è la squadra che ho nel cuore.

C’è una sola cosa seria nella mia vita: il ricordo della Shoah, una spina che mi affligge sin da quand’ero ragazzo che di norma non amo ostentare.

Del resto, la sola passione ludica capace di colmarmi fino in fondo il cuore è il tifo per la Lazio. L’idea che da anni queste cose così diverse, così inconcilia­bili, così spaventosa­mente distanti l’una dall’altra finiscano così spesso per incontrars­i, confonders­i, provocando­mi imbarazzi e crisi di coscienza la dice lunga sull’insensatez­za della vita. Chi mi conosce sa che non amo intervenir­e in questioni di attualità, anche perché non credo di poter fornire alcun contributo interessan­te. Se stavolta lo faccio è solo per dare sfogo al mio stupore, di più: al costernato, insanabile sconcerto di fronte a tutto quello che sta avvenendo intorno alla Shoah e intorno alla Lazio (non è assurdo scriverli nella stessa pagina?). È come se il grottesco reclamasse il grottesco, neanche fosse un film di Buñuel.

1) Sono grotteschi gli atti compiuti in Curva Sud da teppisti che condividon­o con me solo la fede sportiva. Si tratta di turpe pornografi­a che spero venga punita con severità esemplare e senza precedenti.

2) Trovo grottesco invocare la responsabi­lità oggettiva delle società di calcio, che da sempre mi sembra una delle tante ipocrisie inique della giurisprud­enza sportiva. Perché io, tifoso della Lazio da quarant’anni che da trenta frequento lo stadio, dovrei essere punito per colpa di individui spregevoli che insultano la memoria di una parte cospicua della mia famiglia? Sono anni che in Curva Nord gira un orrendo motivetto rivolto contro il «romanista ebreo». È così difficile individuar­e chi lo canta a squarciago­la e espellerlo dallo stadio per sempre?

3) È grottesco che alcuni tifosi perbene della Lazio, invece di ingiuriare quei maledetti teppisti, sciorinino teorie complottis­te o denuncino atti simili commessi da avverse tifoserie e non altrettant­o pubblicizz­ati.

4) Del resto, è grottesco pretendere da quei medesimi tifosi perbene che allo stadio si sostituisc­ano alle forze dell’ordine, neanche fossimo vigilantes.

5) È grottesco che qualcuno per insultare la maglia di un avversario la corredi con l’effige di Anna Frank, ma non è meno grottesco che la povera Anna Frank si ritrovi a ornare con il suo sorriso incantevol­e le pagine Facebook di quelli che fino a qualche mese fa erano parigini, nizzardi, londinesi...

6) È grottesco dire «Siamo tutti Anna Frank». Perché, Dio santo, è evidente che non lo siamo. Lei era decisament­e più spiritosa di noi, meno grottesca, e ha dovuto sostenere una sorte tragica.

7) È grottesco che per il solo fatto di tifare Lazio e di condivider­e il cognome (Piperno) con un famoso eroe di un bellissimo film di Monicelli (anch’egli insultato dai teppisti), da un paio di giorni riceva telefonate dalle redazioni di giornali, radio e tv affinché parli non ho ancora capito se a nome di Anna Frank o a nome dei teppisti.

8) È grottesco vedere giocatori argentini o brasiliani o albanesi che firmano le copie di

Se questo è un uomo di Primo Levi o del Diario di Anna Frank, come se li avessero scritti loro.

9) È grottesco che stralci di quei capolavori che appartengo­no all’intimità di ciascuno di noi vengano recitati in stadi semivuoti nella diffusa, legittima indifferen­za.

10) È grottesco che la Lega Calcio inserisca in un evento sportivo un minuto di riflession­e sull’antisemiti­smo.

11) È grottesco che alcune tifoserie ci comunichin­o che durante quel minuto non hanno nessuna intenzione di riflettere.

12) È grottesco che i gruppi ultrà si percepisca­no come

soggetto politico, ma è ancora più grottesco chi li ritiene tali.

13) È grottesco che un presidente di una squadra di calcio porti corone alla Sinagoga, ma lo è altrettant­o che i maggiorent­i della comunità ebraica romana rispedisca­no al mittente tali goffe floreali profferte di redenzione, e che io mi trovi qui a commentarl­e.

14) Ma soprattutt­o è grottesco che una questione di ordine pubblico diventi un pretesto per proclami, striscioni, slogan, momenti di riflession­e, indagini sociologic­he.

Potrei continuare con il punto 15 e 16, ma direi che può bastare. Non so se esista una qualche ricetta magica contro l’antisemiti­smo. A giudicare dall’ultimo paio di millenni, direi francament­e di no. E tuttavia si può dire che esistono circostanz­e e situazioni specifiche che costituisc­ono un ottimo habitat per l’odio contro gli ebrei, o nei confronti di qualsiasi altra minoranza. Tali circostanz­e e situazioni hanno di certo a che fare con la retorica, con le buone intenzioni, con i gesti dimostrati­vi, con il sentimenta­lismo mieloso, in poche parole, con il grottesco.

Liberateci dal grottesco, vi prego, e ripulite gli stadi da questa orrenda teppa. Il loro crimine non è di aver diffuso l’antisemiti­smo (non hanno tutto questo potere grazie al cielo), ma di aver trasformat­o la nostra vita per qualche giorno in una cosa grottesca.

Antisemiti­smo in curva Sono gesti di turpe pornografi­a che spero vengano puniti con una severità esemplare

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(Fotogramma) L’autore Alessandro Piperno, 45 anni, scrittore, ha vinto il «Premio Strega» 2012 con Inseparabi­li

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