Statuto speciale, ora Zaia è cauto Le divisioni con Maroni e Salvini
Il governatore veneto: impegno morale. L’imbarazzo del leader prima del tour in Sicilia
detto e ribadito: «Il Consiglio è sovrano». E comunque finisca, lui all’«impegno morale» avrà tenuto fede.
È però certamente vero che l’iniziativa del presidente veneto ha gettato scompiglio anche in Lega. Ieri la formula più usata era «effetto rebound». Come la sospensione di un
farmaco può provocare la recrudescenza del sintomo, la svolta nazionale di Salvini potrebbe determinare, per qualche tempo dopo i referendum, un riaccendersi del nordismo. C’è anche chi si spinge a immaginare che presto si ricominceranno a vedere i fazzoletti verdi e altri vecchi simboli. Stefano Bonaccini ha evitato il ricorso alle urne, strappando una dichiarazione scritta del premier, per aprire ad accordi istituzionali su mandato dell’assemblea legislativa.
Non certo perché Salvini intenda recedere dalla svolta nazionale, in ogni caso. Gianni Fava, assessore lombardo nonché rappresentante della minoranza indipendentista nella Lega, ammette che Zaia lo abbia fatto sognare: «Guardo al Veneto con invidia. E credo, come Bossi, che l’autonomia Il percorso dell’autonomia di Lombardia e Veneto, con le analisi e le ultime notizie sia alternativa all’indipendenza». Ma ammette che «un quesito indipendentista in Lombardia non avrebbe certo ottenuto tre milioni di voti».
Però, la parola d’ordine ora è lasciar passare il momento concitato. Se qualcosa ci fosse da dire — Zaia non era particolarmente soddisfatto dalla pubblica presa di distanza di Maroni dallo statuto speciale veneto — ci sarà occasione di farlo al consiglio federale di domani. Peraltro, nemmeno Salvini aveva bisogno della fiammata innescata dai referendum — e tantomeno dalla richiesta di statuto speciale — a poche ore dal suo viaggio in Sicilia, attentamente preparato. E infatti, ieri il segretario ha ribadito che i referendum «sono una grande opportunità per 60 milioni di italiani, non solo per veneti e lombardi».
E Maroni vuole che non ci siano dubbi. Sulla sua pagina Facebook da ieri campeggia una foto in cui è ritratto fianco a fianco di Zaia: «Non c’è alcun dissidio. Ho cambiato la foto per sottolinearlo». Ma può accadere che la Lombardia sieda con l’Emilia ma senza il Veneto al tavolo con il Governo? Maroni spera di no: «Il sottosegretario Bressa mi ha detto che il governo è disponibile ad aspettare che Lombardia e Veneto concludano le loro procedure, prima di partire anche con l’Emilia. Ponendomi però come termine la settimana che inizia il 6 novembre». L’iter previsto dal Veneto però sembra richiedere più tempo: «La procedura adottata è più complicata — ammette Zaia — ma più rispettosa della legge. Il tempo perso prima lo recupereremo dopo».
Emilia-Romagna